martedì 18 luglio 2017

DEPRESSIONE O FOLLIA?

Prima del tragico accaduto era una giovane promessa del calcio internazionale. Sto parlando di Solomon Nyantakyi, 21 anni e autore del duplice omicidio di mamma e sorella. Il ragazzo è stato recentemente rintracciato e fermato dalla polizia a Milano. La famiglia, composta da mamma Nfum Patience e dai figli Magdalene, Solomon e Raymond, aveva origini ghanesi ma viveva in Italia da diversi anni. È stato Raymond, il più grande dei tre fratelli, ad accorgersi del duplice omicidio appena
tornato dalla giornata di lavoro.
L'omicidio è stato commesso tra le mura domestiche, le due donne sono state uccise con molte coltellate, o forse con un altro oggetto contundente, tanto che la scena del delitto è apparsa raccapricciante: macchie di sangue ovunque, nel corridoio, nell'ingresso e sui muri. I sospetti sono subito caduti sul giovane ventunenne, dal momento che a seguito dell'omicidio di lui e del suo telefonino non c'era più traccia, era irraggiungibile. È risaputo che il giovane è stato una promessa del calcio, prima che problemi comportamentali ne precludessero un facile progresso nel mondo del pallone. Si dice che negli ultimi anni abbia sofferto di depressione, la quale gli ha impedito di coltivare la sua carriera calcistica. Aveva esordito nelle giovanili del Parma, vincendo uno scudetto allievi insieme a nomi diventati famosi come quelli di Josè Mauri e Alberto Cerri. Trequartista, era stato chiamato in prima squadra nell'ultimo anno di serie A dall'ex tecnico della nazionale Donadoni. Stava andando verso il Milan, ma l'allora responsabile del settore giovanile del Parma, Francesco Palmieri, lo aveva convinto a restare in gialloblù. Trasferitosi fino a Imola la sua promettente carriera si interruppe improvvisamente.
"Sono senza parole: Solomon era un ragazzo pacifico e molto taciturno, non avrebbe mai fatto male a una mosca. Ma ha sofferto di depressione" racconta Cristiano Lucarelli, ex attaccante del Livorno e
della nazionale, che allenò Solomon nelle giovanili del Parma. "In un anno, lo sentii parlare solo due volte, sapevo dei suoi problemi e per questo l'ho chiamato in Lega Pro al Cuiopelli un anno fa. Ma dopo quindici giorni di ritiro è voluto andare via, gli mancava la famiglia".
Sinceramente sono rimasta sorpresa, non credevo che la depressione potesse portare a tanto. Sono dispiaciuta ovviamente per la famiglia, ma in particolar modo per Solomon, perchè ha rovinato la vita di più persone senza secondo me volerlo veramente. La depressione si è in qualche modo "impossessata" di lui, portandolo a compiere un gesto estremo. Sono convinta che ora questo ragazzo vada punito, ma anche aiutato senza essere eccessivamente colpevolizzato, dato che a mio appare la prima vittima dell'intero accaduto è proprio lui. Sono certa che in Italia e nel modo centinaia di persone soffrono di questa terribile malattia, spesso incontrollabile e letale. A volte questo stato di malessere e angoscia è una conseguenza di traumi infantili o adolescenziali. Insoddisfazioni che si accumulano e si trascinano per anni, che si chiudono in un cassetto nascosto nel nostro cervello e che ogni tanto si ripresentano. Alcune persone chiedono aiuto, uscendo "vincenti" da questo vortice atroce, altre invece si chiudono in se stesse e vengono sopraffatte da questa situazione insostenibile.

Shiro#99

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