"Ogni parrocchia accolga una famiglia di profughi. Lo faranno per prime le due parrocchie del Vaticano. Cominciamo dalla mia diocesi di Roma”. Queste le parole pronunciate da Papa Francesco a riguardo. Con tutta l’immigrazione che si sta verificando in Europa, è diventata attualità chiedere di ospitare le famiglie dei nuovi arrivati. Ma deve essere un obbligo o un’iniziativa? Dobbiamo essere noi ad accogliergli, oppure dobbiamo aggiungere un posto a tavola con la consapevolezza che ad ognuno spetterà ospitare una famiglia? Cosa ci riserva il futuro andando avanti di questo passo?
In fin dei conti se gli annunci, non solo da parte del Papa, continueranno ad essere questi, il nostro destino è già segnato. Potremmo prendere parte a scambi culturali senza dover pagare il viaggio in aereo. Ci potremo confrontare con famiglie di origini straniere senza alcuno sforzo. Solo dovremmo condividere lo stesso tetto. Siamo disposti a imparare il siriano o l’arabo? Siamo disposti a mangiare piatti diversi dai nostri? Viviamo in una società sempre più multietnica che sempre più ci chiede di essere aperti a culture diverse. Se così deve essere, perché non aggiungere un posto a tavola per un amico in più? Forse potremmo vedere tutto questo sotto una luce diversa; mettiamo il caso che una sera non si abbia voglia di cucinare, si potrebbe sempre chiedere al nostro ospite : “ Abdul cucini tu stasera?”. Potremmo scoprire che apprezziamo il kohfta (cosce di agnello macinate con spezie) più di quello che crediamo, e potremmo trovare piacevole farci servire un ahuwa mazbut (il nostro comune caffè) comodamente seduti sul divano. L'abituale sandwich o merendina, potrebbe essere sostituito da una buona porzione di cous cous per le merende dei bambini a scuola, o per i pranzi dei mariti al lavoro. Potremmo assumere il nostro ospite come chef a tempo pieno, così che, quando quando torniamo a casa dopo una giornata di lavoro, il nostro pensiero potrà essere: “E’ vero oggi non devo cucinare io! Abubakar ha preparato il Falafel (polpette di legumi speziate e fritte)!”
_Giuly_
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