Quasi tutte le persone presenti nel mondo hanno diversi comportamenti a seconda della situazione in cui sono coinvolti. Alcune riescono a distinguerli, altre invece non sono brave a farlo. Io faccio parte della seconda categoria perché ho un solo carattere (negativo) e non riesco a controllarlo specialmente quando mi trovo in una situazione che scatena la mia rabbia: non mi importa chi ho di fronte, un professore, un amico, i miei genitori o il Papa in persona; quando sono veramente arrabbiata non capisco più niente.
Trattando questo argomento, mi viene in mente un bellissimo episodio in cui la rabbia mi è stata di grande aiuto...La sera prima dell'orale dell'esame di terza media stava crescendo in me un'ansia che non riuscivo a contenere: andavo in giro per casa con le mani che mi tremavano per il freddo, il che era strano visto che era quasi la metà di giugno, avevo degli attacchi di panico e piangevo senza motivo. La mattina seguente, dopo aver passato la notte in bianco, mi rimisi a studiare per l'ennesima volta la tesina che ormai sapevo praticamente a memoria. Alla fine chiesi a mia sorella di essere interrogata sulla parte riguardante storia e geografia perché lì mi sentivo meno sicura.
Quando le posi questa domanda pensavo fosse felice di aiutare il suo scricciolo, così mi ha soprannominato, ma la sua reazione fu del tutto diversa: in quel momento stava leggendo, come praticamente ogni istante della sua giornata, un libro preso da poco in biblioteca; alla mia domanda le si gonfiò tutta la faccia, era di tonalità rosso pomodoro, vedevo nei suoi occhi la rabbia e le vene che le uscivano dai muscoli in tensione. Mi spaventai non poco. <<Non è possibile che stai ancora studiando quelle due cose che devi dire all'orale!>>, mi urlò in faccia con un lieve accento di sarcasmo. Io risposi in modo piuttosto calmo: <<Scusami, io volevo solamente chiederti un parere sulla mia esposizione>> e, con gli occhietti dolci che solo io so fare alla perfezione, la convinsi a interrogarmi un'ultima volta. Iniziai ad esporre in modo fluido e mostrando, con mia stessa sorpresa, tanta sicurezza. Poi arrivò storia. Non mi piaceva molto l'argomento che avevo scelto, ma d'altronde era l'unico che si abbinava alla parola chiave su cui avevo costruito tutto il mio macro modulo. L'argomento era la Guerra Fredda.
In questo momento di esposizione mi mostrai un po' meno sciolta, mia sorella se ne accorse e iniziò a sgridarmi: <<Non può essere che dopo vent'anni che la ripeti sei ancora così incerta. Io mi vergognerei>>, ma a quel punto anche io fui un po' irritata: non aveva il diritto di rimproverarmi così, lei sapeva più di tutti quanto quest'esame era importante per me e doveva cercare di infondermi tranquillità anziché ansia e disagio. Mi chiese di nuovo con rabbia: <<Come si combatté la Guerra Fredda??? Dai che la sai. Sennò sei proprio ignorante>>. Io strabiliata, ma allo stesso tempo furiosa e fuori di me risposi: <<Coi cappotti!>>. Le feci la linguaccia e me ne andai, ma mentre scendevo le scale la sentì ridere a crepapelle.
aivalF#3
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