mercoledì 2 dicembre 2015

Zoom Gressoney

Siamo in Val d'Aosta, terra piena di maestose montagne, melodiosi fiumi e immense foreste brulicanti di vita. Fra queste montagne, non ci sono solo animali e vegetali, ma anche molte persone raggruppate in piccoli paesini caratteristici, con case fatte ancora come una volta, con grandi travi di legno e grandi massi per le fondamenta e piccoli e piatti per il tetto.
Fra queste migliaia di insediamenti, uno in particolare al confine con il Piemonte, chiamato ingresso Gressoney Saint-Jean, è secondo me è il più bello di tutti.
Abbracciato ai lati del numerose montagne, con nomi dati loro degli umani uomini, come il Testa Grigia, chiamato così per l'assenza di alberi sul suo capo, o il grande Bibbo che, secondo credenza locale, se coperto da nuvole, non è da scalare, giaccio sul fondo della valle con la testa appoggiata al grande Monterosa, seconda montagna d'Europa.
Intanto il tortuoso Lis "massaggia "il ventre del paesino attraversandolo da capo a piedi. A sinistra della "agitato" fiume, come fosse seduto sulle ginocchia del grande e saggio Testa Grigia, si trova una delle antiche baite della vallata. Niente di più, solo una delle tante che riempiono il fondo della vallata, con un piccolo orto è una stradina che la collega con il mondo.
Sembra uguale alle altre ma non per lui, l'anziano pastore che la preside giorno e notte gelosamente con il suo vecchio fucile. Non si pone tante domande prima di puntarlo contro qualcuno, ma io se riassume tutta la vallata, così unica e rustica ma allo stesso tempo vecchia e fragile.



Cama00


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