Siamo in Val
d'Aosta, terra piena di maestose montagne, melodiosi fiumi e immense foreste
brulicanti di vita. Fra queste montagne, non ci sono solo animali e vegetali,
ma anche molte persone raggruppate in piccoli paesini caratteristici, con case
fatte ancora come una volta, con grandi travi di legno e grandi massi per le
fondamenta e piccoli e piatti per il tetto.
Fra queste
migliaia di insediamenti, uno in particolare al confine con il Piemonte,
chiamato ingresso Gressoney Saint-Jean, è secondo me è il più bello di tutti.
Abbracciato ai
lati del numerose montagne, con nomi dati loro degli umani uomini, come il
Testa Grigia, chiamato così per l'assenza di alberi sul suo capo, o il grande
Bibbo che, secondo credenza locale, se coperto da nuvole, non è da scalare,
giaccio sul fondo della valle con la testa appoggiata al grande Monterosa,
seconda montagna d'Europa.
Intanto il
tortuoso Lis "massaggia "il ventre del paesino attraversandolo da
capo a piedi. A sinistra della "agitato" fiume, come fosse seduto
sulle ginocchia del grande e saggio Testa Grigia, si trova una delle antiche
baite della vallata. Niente di più, solo una delle tante che riempiono il fondo
della vallata, con un piccolo orto è una stradina che la collega con il mondo.
Sembra uguale alle altre ma non per lui, l'anziano pastore che la
preside giorno e notte gelosamente con il suo vecchio fucile. Non si pone tante
domande prima di puntarlo contro qualcuno, ma io se riassume tutta la vallata,
così unica e rustica ma allo stesso tempo vecchia e fragile.
Cama00
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