giovedì 27 aprile 2017

NewsToday


Nuovamente terrore a Parigi


Cari lettori, notizia degli ultimi giorni è quanto successo a Parigi in un clima già riscaldato dalle
elezioni. L'Isis ha infatti rivendicato un'ulteriore attentato nella capitale francese, che questa volta si è svolto agli Champs Elysees. 

Giovedì 20 aprile, alle 21 circa, nel bel mezzo dell'ultimo confronto pre-elettorale francese, un uomo belga armato di  kalashnikov ha ucciso un poliziotto e ne ha feriti altri due. Poco dopo l'accaduto gli altri agenti hanno raggiunto l'attentatore che si era messo in fuga a piedi e l'hanno freddato. 


L'attentato è stato rivendicato dall'Isis, che ha anche indicato come attentatore Abu Yusuf al-Beljiki, uomo già noto alle forze armate.
In quanto individuo già schedato con la lettera S, con cui vengono indicati i soggetti radicalizzati e i potenziali terroristi viene da chiedersi: perché lasciarlo in libera circolazione e non chiuderlo in carcere definitivamente?


Nel 2005 era stato condannato a 15 anni di reclusione per tre tentativi di omicidio, due dei quali rivolti a poliziotti: nel 2001, alla guida di un'auto rubata e armato di pistola, aveva tamponato una macchina guidata da due fratelli, di cui uno allievo poliziotto. Dopo essersi dato alla fuga era stato raggiunto dai due fratelli, che erano poi stati gravemente feriti al petto da una serie di colpi; due giorni dopo esser stato rinchiuso in cella aveva ferito un altro poliziotto. Dopo avergli sottratto l'arma da fuoco mentre veniva condotto fuori dalla cella, lo aveva colpito con una raffica di proiettili.  
Oltretutto il 39enne, pochi giorni prima dell'attentato, in condizione di libertà, aveva scritto su Telegram (servizio di messaggistica istantanea) le proprie intenzioni di uccidere poliziotti.
Molto probabilmente, se la pena di reclusione si fosse effettivamente applicata, l'attentato non sarebbe avvenuto.

Si è arrivati ad un progresso tecnologico-militare per cui si è in grado di mandare missili dall'America in punti precisi della Siria. Eppure non si è ancora in grado di bloccare o prevenire potenziali azioni terroristiche. Quindi, per il momento, non sarebbe forse meglio privare della libertà gli individui che potrebbero privare della vita altre persone?

- GC

1 commento:

  1. Sono d'accordo con quanto dice Gabriele, poiché secondo me sarebbe meglio recludere gli individui che possono scatenare attentati e infondere paura alla gente. Credo anche che le varie intelligence dei Paesi sviluppati debbano cercare di creare un clima di serenità nei cittadini, cosa che, dal mio punto di vista, la Francia non sta facendo. Molte volte, quando al telegiornale si vedono immagini o riprese di Parigi, la prima cosa che balza all'occhio sono la gran quantità di soldati fuori dagli edifici pubblici e dai monumenti. Mi sembra quasi che la reclusione sia la nostra e non quella degli attentatori.
    Chiara Ponti

    RispondiElimina