Nella piccola isola di
Donoussa (una delle tante isole greche nell'arcipelago delle piccoleCicladi) si
possono trovare solamente due paesi che, più che paesi, sono paesini. Uno, che
si può intendere come la "capitale" dell'isola è il paesino più
abitato, anche se non raggiunge i 100 abitanti. Il
suo nome è Chora: tutti i principali paesi delle isole delle piccole Cicladi
sono chiamati Chora. Nell'isola,oltre a Chora e al piccolissimo paesino di
Kalotaritissa (che è possibile raggiungere solamente a piedi attraversando il
monte principale dell'isola) si hanno numerose spiagge con spazio sufficiente per i campeggiatori.
Di sera si può vedere come
tutti i campeggiatori si muovano verso i due paesi riempiendoli di
"vitalità" e varietà di culture: infatti, nei vari ristoranti dell'isola, si possono
trovare dagl'Italiani agli americani.
La sera è presente una linea
di bus che porta dalla Chora alle spiagge e ritorno, così da consentire ai
campeggiatori di non dover camminare con il buio "primordiale" che
conquista il paesaggio,e ai residenti della Chora di muoversi più agevolmente
per il ritorno a casa.
I problemi iniziano per chi
vuole visitare il paesino di Kalotaritissa, perché, nonostante alla sera ci sia
il bus per il ritorno, durante le ore diurne non è presente per motivi a me
sconosciuti, perciò i turisti devono attraversare il monte Papas, il monte più
alto dell'isola, per poi scendere dal versante opposto e costeggiare il mare
per arrivare a Kalotaritissa.
Io e la mia famiglia eravamo
curiosi di visitare il luogo e le sue spiagge, quindi decidemmo di fare quel
viaggio che si dimostrerà alla fineun vero capolavoro.
Ricordo che era un mercoledì
quando partimmo dalla nostra casa sulla spiaggia del porto della Chora, pronti
e carichi per affrontare il viaggio.
La prima parte del viaggio
consisteva nel lasciare il paese e raggiungere il versante sud del monte; fin lì tutto facile, ma la fatica si iniziò a percepire quando iniziammo a
percorrere il sentiero che porta in cima al monte.
La fatica si sentiva ma
fortunatamente arieggiava un vento mica male, del tipoche, se non stavi
attento, faceva perdere l'equilibrio e ti ritrovavi a terra.
Nell'arco di un'oretta,
immersi in un paesaggio montuoso con una vegetazione per lo più brulla con
capre che pascolano tranquille, arrivammoalla cima del Papas.
La vista è spettacolare e, a
mio parere, ti riempie il cuore e l'animo di una serenità paurosa. Inoltre era
possibile vedere le altre isole delle piccole Cicladi: davanti a noi la piccola
Koufonissi, ai lati i due giganti Naxos e Amorgos e poco lontano da Koufonissi
l'isola archeologica, Kedros.
Fatta una breve pausa e le
dovute foto, ci rimettemmo in cammino, percorremmo il sentiero che porta giù
dal monte per il versante nord e che costeggia il mare e porta infine
all'ambita meta. Per percorrere tutta la strada ci impiegammo circa un'altra
oretta, ma il risultato fu un piccolo paese dipendente dalla Chora che da soli
sette anni aveva la corrente elettrica. Si potevano ammirare le piccole
coltivazioni di vecchi uomini e donne che per me rappresentano un po' il
passato nel presente.A Kalotaritissa ci si poteva rifocillare all'una o
alristorante del paese gestito da un'anziana vedova che cucinava piatti tipici
greci e qualche piatto mediterraneo.
Gli abitanti, oltre a gestire
piccole coltivazioni, erano "tutti" pescatori. questo il motivo per
cui, secondo me, Kalotaritissa è un paesino "coccolato" dal mare,
visto che sorge sulla penisola da cui prende il nome che, oltre a scandirne il paesaggio, è la fonte
principale di lavoro degli abitanti.
M. Bonora
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