Come abbiamo sentito parlare in questo ultimo periodo, il Regno Unito si sta preparando a votare al referendum che deciderà la sorte dell'Unione Europea e del mercato finanziario.
Ma prima di tutto cos'è? Ebbene, tutti i cittadini britannici, che sono ben 40 milioni, saranno tenuti a rispondere alla domanda "Il Regno Unito deve proseguire come membro dell'Unione Europea o deve lasciarla?" scegliendo un'opzione tra due risposte: "Rimanere nell'Ue" o "Lasciare l'Ue". Questo referendum viene chiamato Brexit e si terrà il 23 giugno di quest'anno, nel quale il risultato definitivo sarà annunciato dal presidente della Commissione elettorale, Jenny Watson, a Manchester. Esso è stato convocato dal premier David Cameron, dato che il suo partito era scettico sulla validità dell'Ue e ha insistito che i suoi cittadini votassero una seconda volta sullo stesso argomento, come avevano fatto nel 1975, anno nel quale il Regno Unito ha iniziato a essere parte dell'Ue, ma non ha accettato di far parte del sistema monetario europeo.
Il primo ministro britannico ha affermato che lasciare l'Europa minaccerebbe la sicurezza e l'economia nazionale, dato che pensa che il Regno Unito sarà più forte e prospera in un'Europa riformata di quanto lo sarebbe uscita dall'Ue. Sulla stessa linea d'onda troviamo il ministro delle finanze George Osborne, il quale ha parlato alla Bbc e secondo lui hanno i benefici del libero scambio senza essere nell'Eurozona, hanno i benefici della libertà di circolazione e di lavoro e inoltre possono assicurasi la protezione dell'Unione Europea senza essere legati a un'unione più stretta. Oltre a loro, sono favorevoli ad un mantenimento della loro posizione nell'Ue la titolare dell'interno Theresa May, considerata però una euroscettica storica insieme a Philip Hammond, ministro degli Esteri, che però ha deciso di non esprimersi pubblicamente. Contro la Brexit abbiamo anche la premier scozzese e la leader del partito nazionale scozzese Nicola Sturgeon, la quale ha affermato che se la Gran Bretagna uscisse dall'Ue, la Scozia tornerebbe a votare per l'indipendenza, e per questo l'unica città che è schierata in maniera compatta a favore dell'Unione è Londra, dato che non hanno alcun dubbio sugli svantaggi economici e finanziari di un'eventuale separazione.
Ovviamente c'è anche una parte dei componenti del governo che sono a favore della Brexit e in dissenso con David Cameron. Il personaggio di maggior spicco è Michael Gove, titolare della giustizia e amico personale del premier, il quale ha affermato che la sua è stata la decisone più difficile della sua vita, ma era convinto che la Brexit rappresentava la via per un futuro migliore. Voteranno per stare fuori dall'Unione Europea, oltre a lui, i ministri del Lavoro, Iain Duncan Smith, e quello per l'Irlanda del Nord, Theresa Villiers, della Cultura, John Wittingdale, e il leader della Camera dei Comuni, Chris Grayling, che rappresenta il governo nel Parlamento ed è il capofila storico degli euroscettici. Quest'ultimo ha affermato che l'Ue tiene indietro il loro Paese, in quanto non possono controllare le frontiere, limitare il numero di persone che arrivano e stringere degli accordi commerciali.
David Cameron in risposta a tutti quelli a favore della Brexit ha sottolineato che rischiano di danneggiare sia l'economia che la sicurezza del Regno Unito di fronte a criminalità e terrorismo, aggiungendo di aver mantenuto la promessa che aveva fatto tre anni fa, quando aveva annunciato che voleva una revisione nei rapporti con l'Ue. Infine ha anche affermato che tutti i ministri del governo conservatore, in parte contrari all'accordo, avranno libertà di voto.
Dopo questa mia argomentazione sul referendum che colpirà il Regno Unito il 23 giugno, basta solo che aspettiamo i risultati e tutti i cambiamenti che saranno solo una conseguenza della decisione che prenderanno i cittadini britannici sul rimanere o uscire dall'Ue.
Christye#14
Nessun commento:
Posta un commento