domenica 13 agosto 2017

QUANDO UNA GIORNATA COME LE ALTRE DIVENTA UN INCUBO

Risultati immagini per immagini ragazza marechiaro violentataIn questi giorni si è sentito molto parlare di un fatto accaduto a Napoli, precisamente a Marechiaro: dopo un anno dall’accaduto una sedicenne ha denunciato ai carabinieri una violenza sessuale di gruppo avvenuta in pieno giorno e compiuta da tre minorenni.
La ragazza si trovava con un gruppo di amici quando, con una scusa, il “branco” l'ha condotta in una zona più isolata vicino agli scogli. Lì i tre ragazzi l’hanno spogliata e violentata.
È stata lei stessa a scoprire chi fossero i suoi aguzzini, indagando su Facebook. Li ha riconosciuti e poi mostrati alla madre. Quest'ultima ha deciso di denunciare il fatto ai carabinieri, i quali hanno poi collaborato con la Procura dei minori.

In questo post però non vi voglio parlare in dettaglio della vicenda, ma su ciò che è accaduto dopo la denuncia...
La ragazza, quando ha saputo che i carabinieri avevano notificato ai tre minorenni accusati di aver abusato sessualmente di lei un avviso di garanzia, ha deciso di andare a vedere i profili di Facebook dei loro amici: ma di certo quello che ha letto non sono state parole di conforto.
Risultati immagini per immagini ragazza marechiaro violentataQualcuno di loro ha commentato ironicamente per quanto le era accaduto, ridendoci sopra e facendo battute di infima qualità. Altri avevano manifestato perplessità sul suo racconto mettendo in dubbio la versione fornita ai carabinieri.
Così la quindicenne ha voluto scrivere sul social network un post pubblico, senza restrizioni: «Siete ridicoli, ma nel vero senso della parola. Io non vi auguro assolutamente quello che è successo a me, però almeno non rideteci sopra, perché così facendo la ruota gira».
La ragazza è stata bombardata di messaggi, tutti in presunto dialetto napoletano, zeppi di volgarità. Lei li ha cancellati di volta in volta, ma subito ricomparivano. Così alla fine, ad uno ad uno, ha bloccato tutte quelle persone che non solo difendevano i ragazzi, ma che la offendevano e la minacciavano di morte.
Per ora il processo l’hanno fatto i social alla vittima. Che ha cancellato il suo profilo Facebook.
Non sapendo il dialetto napoletano, non ho potuto capire con precisione di cosa parlassero i messaggi, ma di certo il comportamento di questi ragazzi è del tutto inaccettabile.
Partiamo dal presupposto che i tre aguzzini abbiano raccontato la loro versione dei fatti ai propri amici e che questi ultimi abbiano deciso di scrivere su Facebook la propria opinione, ma non è questo il modo in cui farlo. Quando accade un fatto come questo, o anche un semplice litigio, bisogna ascoltare entrambe le parti e capire chi potrebbe essere il più veritiero. Inoltre non perché si è amici e ci si fida di una persona bisogna difenderlo anche se ha torto. In questo caso la violenza sessuale è avvenuta, e di certo non è una cosa da poco.
Risultati immagini per cyberbullismo Ci sono state alcune ragazze che addirittura hanno incolpato la sedicenne di essere “una poco di buono” e di averli spinti lei a farle ciò. Se fosse successo davvero così, la ragazza non avrebbe denunciato il fatto ai carabinieri e aspettato così tanto, ovvero un anno, per raccontare il fatto ai propri genitori.
Sono tutti capaci a scrivere da dietro uno schermo, a insultare una persona che neanche si conosce, a fare gli “avvocati della situazione” in un fatto che neanche si è stati partecipi. Vediamo se questi ragazzi, uno a uno, di fronte alla ragazza, o anche davanti ai carabinieri hanno il coraggio di dire davvero quello che pensano. Forse ce ne saranno alcuni, ma saranno una minoranza. Risulteranno dispiaciuti, si scuseranno per quello che hanno scritto sul social network e niente di più. Fine. Come se niente fosse accaduto.
Ma i ricordi non si possono cancellare. E spesso feriscono più di una spada.
#Christye14

Nessun commento:

Posta un commento