Fare il soldato in certe zone del mondo può essere decisamente stressante. Questo è particolarmente vero in Corea del Sud, dove i militari devono tenere sotto controllo il confine con la Corea del Nord che, per quanto forse non abbia messo mai realmente in pratica le sue minacce, rappresenta indubbiamente un “vicino” che decisamente non lascia tranquilli. E infatti il confine tra Corea del Nord e Corea del Sud è noto per essere “il confine più fortificato al mondo”.
Come possono dunque i militari combattere dunque lo stress di fronte a questa situazione?
Semplice, con il balletto. Una volta a settimana, i soldati della 25ma divisione tolgono gli scarponi per mettere invece scarpette da balletto e si sforzano di imparare salti, piroette e passi di danza sotto la supervisione di Lee Hyang-jo, etoile del balletto nazionale coreano. Che dire, il balletto è davvero di tutti. Non appena ho letto questa notizia mi sono sentita molto orgogliosa di essere parte di questo meraviglioso mondo. Tanti criticano la danza e la etichettano come “sport da femminucce” ma questa è la riprova che non è così che come al solito ci si basa su pregiudizi sbagliati. Quale modo migliore per rilassarsi e allo stesso tempo lavorare sodo? Quale modo migliore per rinforzare ma allo stesso tempo donare grazia? Quale modo migliore per svagarsi e passare tempo senza sprecarne nemmeno un secondo? Mi sembra che questa disciplina sia finalmente diventata più aperta, più accessibile e che finalmente venga apprezzata un po’ di più man mano che passa il tempo. Certamente questi cadetti non potranno trarne vantaggio in battaglia, perché parliamoci chiaro non è assolutamente pensabile in guerra di rispondere alle mitragliate avversarie a suon di plié, grand battement e pirouttes, ma potranno sentirne il beneficio nella vita reale. Acquisiranno una postura migliore, rinforzeranno i muscoli delle gambe e preverranno i dolori della cervicale. Penso inoltre che questa iniziativa di far conoscere la danza portandola direttamente alle persone sia una politica molto più efficace rispetto al tradizionale metodo di portare le persone in palestra. Credo che finalmente questa disciplina si stia aprendo al mondo e non abbia più paura di uscire dalle mura sicure del teatro e dell’accademia. Questo ovviamente è un fenomeno cominciato qualche anno fa con l’etoile del balletto italiano Roberto Bolle, che ha unito quest’arte meravigliosa alle proiezioni digitali creando uno spettacolo incredibile che ha portato in tour fino a New York. Ma come ogni grande iniziativa anche questa è molto lenta e procede a piccoli passi. Non importa, finalmente perfino i soldati
sud-coreani ne conoscono la bellezza e questo vuol dire che la danza piano piano sta diventando veramente di tutti.
• Giulia •
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