giovedì 1 settembre 2016

Verdure letali

Peluche, il suo lettino, tanti giochi e soprattutto passati di verdure, i primi omogeneizzati di frutta...niente carne, pesce, latticini, uova o altri alimenti fondamentali per la crescita di un bambino.
Questa era la situazione di un bambino, ricoverato al policlinico di San Donato a Milano a causa della malnutrizione fornita dai genitori di etica vegana.
I genitori cercavano di crescere il figlio alimentandolo con una dieta talmente sbilanciata che il bambino, di più di un anno, pesava come un neonato di poco più di un mese di vita.
Purtroppo questo non è un caso isolato, in quanto, recentemente, altri quattro bambini sono stati ricoverati in gravi condizioni causate dalle diete in appropriate alle quali venivano sottoposti dai genitori.               
                                                                     


Quelle sopracitate sono condizioni innaturali nella quale far crescere un figlio, ai limiti della resistenza alla morte...tutto ciò esclusivamente al fine di rispettare un'etica che rifiuta i nutrimenti di origine animale.
Vorrei ricordare che l'uomo si è sviluppato da milioni di anni sul nostro pianeta come essere onnivoro e non come erbivoro!
Ovviamente in qualsiasi dieta non devono mancare verdura e frutta, ma i nutrimenti più importati, quelli fondamentali, sono carne, pesce e latticini (questi ultimi soprattutto per sviluppare le ossa mediante il calcio contenuto in essi).
Inoltre, se due genitori seguono una corrente di vita potenzialmente dannosa per il corpo, non credo che debbano in alcun modo costringere la loro prole a seguire tale stile di vita...mettendo a rischio la loro salute.
Non bisognerebbe imporre det ruminate condizioni ad un bambino solo perché egli non possiede ancora le facoltà per scegliere da sè, ma bisognerebbe lasciare a lui la scelta, una volta raggiunta una soglia d'età tale da permettergli di prendere, consapevolmente, decisioni.





                                                                                                                             F. Motta

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