domenica 26 aprile 2015

"lacrime spente da un'adolescenza oscura"

 

 

                                                                                                    Cassano d'Adda, 01-02-15
Cara Adolescenza,         
              sai... Io ti ammiro... Ti ammiro per come riesci a cambiare una persona in pochissimo tempo. In un cambio di scuola, nel magico compleanno dei 14, ognuno ha il proprio tempo di maturazione, ma prima o poi tutti cambiano, in peggio o in meglio. Tu sei un periodo un po' strano,sai? Oltre a cambiare le nostre emozioni, le amplifichi! Hai mai sentito un adulto che si deprime perché il suo/a fidanzato/a visualizza ma non risponde ai messaggi su Whatsapp? Direi proprio di no. Invece un adolescente si deprime facilmente anche su queste cose. Da adulti sembrerà una cosa stupida, ma per noi adolescenti, grazie o a causa tua, quando succede questa cosa, ci chiediamo: "Ma perché non mi risponde? Sarà arrabbiato/a con me? Oh no! Cosa gli/le ho fatto! Non posso perderlo/a!" E allora piangiamo, piangiamo e piangiamo fino allo sfinimento. O almeno è quello che succede a me. Nel mio caso io piangerei perché sarebbe l'ennesima persona che perdo. Sai, per adesso tu mi hai fatto soffrire. Mi hai fatto anche provare amore, per carità! Ma quell'amore si infrange sempre. Anche l'ultimo mio amore è fallito... quella persona l'ho persa, come tutti. Adesso comincio a pensare che amare è sinonimo di soffrire. Dopo quest'ultima delusione, non mi fido più di nessuno. Sono sempre stato illuso. Amici e fidanzate, tutti mi hanno fatto sempre le solita promesse: non mi perderai mai, starò sempre con te, non ti abbandono. E io stavo lì, con la mia mente ingenua da adolescente che tu hai cambiato, ci credevo, credevo a tutte quelle promesse. Che stupido! Poi loro ovviamente non la mantenevano ed eccomi di nuovo a piangere, a piangere e a piangere su quel maledetto cuscino che ormai ne ha viste di tutti i colori. Per adesso tu mi hai fatto solo soffrire, sono sempre depresso. E a scuola continuo a vomitare sorrisi finti. Non voglio che gli altri partecipino alla mia sofferenza. Voglio troppo bene ai miei compagni. Solo ai miei amici più stretti rivelo i miei sentimenti. Mi sfogo molto con loro, ma nessuno riesce a chiudere la mia ferita. Allora io continuerò a piangere fino a che avrò raggiunto l'età adulta e allora non avrà niente importanza, ma non perché la ferita si sia chiusa, ma perché prima o poi il graffio si deve trasformare in cicatrice. Grazie per avermi ascoltato.
Un grande abbraccio,
      Marco
                  

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