Nel 2009 Jesse Krimes è stato condannato a 70 mesi di reclusione per possesso di
cocaina finalizzata allo spaccio. Jesse, in prigione, non aveva grandi mezzi a sua
disposizione, ma solo oggetti banali come vecchi quotidiani, lenzuoli e gel per
capelli. Ma con solo questi è riuscito a creare un’opera che non poteva passare
inosservata: un grande murales, creato trasferendo le foto dei giornali sui tessuti dei
lenzuoli usando il gel come agente di trasferimento. E’ stato necessario qualche anno
per mettere a punto la tecnica, ma alla fine ha iniziato a creare la sua opera: un lavoro
difficile, perché lavorava su un lenzuolo per volta, e una volta completato lo spediva
a casa: di conseguenza non ha visto l’insieme (ora intitolato ‘Apokaluptein:
16389067’, con riferimento al numero di matricola che aveva l’uomo in prigione).
Quando ho letto questo articolo mi è subito venuto da pensare all’incredibile iniziativa di quest’uomo. Nonostante fosse in prigione, nonostante fosse stato mandato in una prigione lontano da casa è riuscito comunque a trovare un modo per essere forte e restare in contatto con la sua famiglia. Nonostante non avesse i mezzi, nonostante fosse molto limitato, ha creato da un’orribile esperienza un’opera degna di nota, ha creato la sua arte. Jesse ha trovato la sua valvola di sfogo, la sua fuga e la sua ancora alla realtà. Ha trovato un modo di esprimersi sebbene fosse in una condizione che non glielo permetteva appieno, ha trovato il suo piccolo angolo di libertà. È stato affascinante vedere come un uomo sia riuscito a trovare l’arte, la sua forma di espressione, in un momento così buio e delicato. È stato affascinante vedere come la sua forza gli abbia permesso di creare qualcosa di bello e unico in un luogo che ispira tristezza. È stato incredibile vedere come, se solo lo si vuole, si può essere forti e non lasciare che il mondo che ci circonda, bello o brutto che sia, abbia il sopravvento su di noi. È stato incredibile vedere che la nostra forza di volontà non ha limiti, come non bisogni mai dare limiti alla propria creatività e alla propria inventiva. Mai darsi limiti in generale, Jesse me lo ha fatto capire. Lui, insieme a tante altre persone fantastiche e talentuose, è la prova che c’è sempre un modo di sperare, un modo per trovare la felicità, anche quando si pensa non si possibile.
Quando ho letto questo articolo mi è subito venuto da pensare all’incredibile iniziativa di quest’uomo. Nonostante fosse in prigione, nonostante fosse stato mandato in una prigione lontano da casa è riuscito comunque a trovare un modo per essere forte e restare in contatto con la sua famiglia. Nonostante non avesse i mezzi, nonostante fosse molto limitato, ha creato da un’orribile esperienza un’opera degna di nota, ha creato la sua arte. Jesse ha trovato la sua valvola di sfogo, la sua fuga e la sua ancora alla realtà. Ha trovato un modo di esprimersi sebbene fosse in una condizione che non glielo permetteva appieno, ha trovato il suo piccolo angolo di libertà. È stato affascinante vedere come un uomo sia riuscito a trovare l’arte, la sua forma di espressione, in un momento così buio e delicato. È stato affascinante vedere come la sua forza gli abbia permesso di creare qualcosa di bello e unico in un luogo che ispira tristezza. È stato incredibile vedere come, se solo lo si vuole, si può essere forti e non lasciare che il mondo che ci circonda, bello o brutto che sia, abbia il sopravvento su di noi. È stato incredibile vedere che la nostra forza di volontà non ha limiti, come non bisogni mai dare limiti alla propria creatività e alla propria inventiva. Mai darsi limiti in generale, Jesse me lo ha fatto capire. Lui, insieme a tante altre persone fantastiche e talentuose, è la prova che c’è sempre un modo di sperare, un modo per trovare la felicità, anche quando si pensa non si possibile.
• Giulia •
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