lunedì 21 marzo 2016

PROTESTA NATA DA UN CONTROLLO ANTI-DROGA ALL'INTERNO DI UNA SCUOLA

Pochi giorni fa a Bologna è nata una polemica riguardo ai controlli che vengono effettuati
regolarmente dalla polizia nelle scuole alla ricerca di stupefacenti.
Il fatto è avvenuto nel liceo Laura Bassi, a Bologna, dove, con l'autorizzazione della dirigenza della scuola, sono avvenuti dei controlli (che avvengono regolarmente) da parte della polizia locale.
Durante la giornata dell'8 marzo i carabinieri, accompagnati dai cani anti droga, sono entrati nelle aule dell'istituto per verificare la possibile presenza o meno di stupefacenti.
Ovviamente gli alunni erano stati fatti uscire dalle classi, in modo che i cani potessero compiere il
loro dovere. Di fatto negli zaini non è stato trovato nulla, mentre nei bagni sono stati trovati due
grammi di marijuana.
La polemica vera e propria però, è nata da alcune studentesse, che hanno postato su Facebook
l'immagine dell'automobile dei carabinieri commentando: “Bologna pullula di sostanze e gli unici
controlli che vengono fatti sono quelli nelle scuole, che a nostro parere sono luoghi sacri e
inviolabili nei quali non è tollerabile fare entrare poliziotti, cani e armi”.
Il giorno successivo anche una mamma di uno degli studenti ha espresso il suo punto di vista
riguardo all'accaduto, dicendo che i carabinieri comportandosi in tale maniera avevano trasmesso
un messaggio poco "educativo" agli studenti. Inoltre aggiunse che se i professori avessero
sospettato qualcosa, il metodo migliore sarebbe quello di informare gli alunni sugli effetti delle varie
sostanze, non chiamare la polizia.
Io ritengo che sia giusto che vengano fatti controlli all'interno delle scuole, perché al giorno d'oggi
non si può far finta di nulla riguardo ad un argomento così delicato come quello dell'utilizzo di
droghe. Ormai moltissimi giovani fumano, si sa, ma non solo. Infatti altri fanno un vero e proprio
uso di droghe. Credo dunque che non ci sia niente di sbagliato nell'assicurarsi che a scuola non
vengano portate sostanze stupefacenti. Dopotutto la scuola è un ambiente di crescita, un luogo
dove imparare e stare insieme, non un luogo dove drogarsi in comunità. È giusto che la polizia
faccia le indagini che ritiene opportune, perché secondo me, a differenza di ciò che pensa la
mamma che ho citato sopra, i professori non sarebbero in grado di far capire, e soprattutto, di
convincere gli studenti a smettere di far utilizzo di sostanze. Detto questo credo che i genitori non
si siano comportati nella maniera più idonea, anche perché se dei poliziotti ricorrono a questo tipo
di precauzioni è soltanto per il bene degli studenti e non per trasmetter loro un messaggio poco educativo.
Sara

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