sabato 30 aprile 2016

Guardando uno schermo

In Germania, ad Augusta, hanno inventato una nuova parola: “smombie”, che mette inisieme “smartphone” e “zombie” per descrivere i pedoni che camminano per strada senza badare ad altro che al loro cellulare, con grossi rischi per la propria (e l’altrui) incolumità. La città di Augusta, in Baviera, ha deciso di fare qualcosa. Dopo numerosi incidenti accaduti nel paese, e, vista l’inutilità di fare educazione per insegnare alle persone a stare attente a dove camminano, hanno deciso di intervenire installando dei semafori nell’asfalto; si aggiungono ai normali semafori pedonali, in modo che i pedoni che guardano verso il basso, verso lo smartphone, possano vederli più facilmente e si riduca il rischio di investimenti.

E fu così che gli smartphone presero nuovamente il controllo della situazione. Tuttavia, se si vuole esaminare attentamene la situazione, si potrebbero analizzare i lati positivi di questa decisione: in questo modo i pedoni hanno più possibilità di notare il semaforo rosso visto che la loro attenzione è rivolta verso lo smartphone, già … lo smartphone e non la strada. Strano no? Le persone cercano sempre di più di adattare tutto ciò che le circonda per favorire gli smartphone. In ogni caso è un’idea originale anche per chi, camminando per strada in un giorno di pioggia, non abbia voglia di spostare lo sguardo verso l’alto e rischiare di muovere il cappuccio del kway che ha tanto faticosamente sistemato. Invece per i nostri amici provvisti di touchscreen non si pensa più al nasconderli in una borsa, bene al sicuro, ma li si ricopre con una cover impermeabile che li protegge da qualsiasi tipo di precipitazione. D’altra parte i telefoni devono stare al sicuro tra le mani dei loro possessori. In ogni caso questa dei semafori a parer mio oltre a essere un modo per venire incontro a chi per vari motivi deve camminare con il cellulare in mano, è anche una trovata simpatica perché va’ contro questa idea che i semafori debbano essere per forza posti sopra le nostre teste anziché sotto i piedi. Ovvio è che se queste persone volessero concedere ai loro smartphone pochi minuti di meritato riposo mettendoli in una borsa o in tasca durante l’attraversamento non sarebbe una cattiva idea. Voglio dire, il telefono non si sente solo, non si offende se ci si “dimentica” di lui per un po’. I nostri cellulari sono quasi diventati parte integrante della nostra mano perché è diventata consuetudine tenerli lì, nel loro naturale collocamento. Io per prima mi sono accorta che, mentre cammino per strada ascoltando la musica, ho sempre il telefono fra le mani. Che sia stretto nella mia mano all’aria aperta, che sia nella tasca della giacca o dei jeans il mio telefono non mi abbandona mai. Posso ritenermi fortunata perché sono “smombie” solo a metà anche se pur sempre “smombie” sono. Mi spiego, durante il tragitto non guardo perennemente lo schermo del mio cellulare, perché ascolto una playlist già impostata e preparata, ma continuo a tenerlo in mano come se avessi il bisogno di sapere che è li, che non scappa e che non me lo portino via, anche se lasciandolo così esposto anziché metterlo al sicuro nel mio zaino il rischio è più elevato. In conclusione questa dei semafori è una bella invenzione perché per persone distratte, per un qualsiasi motivo oltre agli smartphone, risulta comodo poter guardare in entrambe le direzioni anziché dover alzare continuamente la testa … un notevole progresso nella comodità della segnaletica.   

















• Giulia •


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