È stato ritrovato - forse - un nuovo dipinto di Caravaggio. A Tolosa, nel sottotetto di una vecchia casa, giaceva una riproduzione del noto dipinto Giuditta e Oloferne, simile a quello conservato alla Galleria d'Arte Antica di Roma (in Palazzo Barberini). I primi a credere che la tela sia opera del pittore italiano sono stati alcuni esperti d'arte francesi, a cominciare al Ministero della Cultura che ha decretato il divieto d'uscita del dipinto, ora decretato come "tesoro nazionale".
Nel mio blog del mese di Aprile ho scelto di parlare di questa notizia in quanto è come se l’avessi vissuta in prima persona.
Martedì 12 aprile mi trovavo con mia madre a Pagazzano nella parrocchia dei santi Nazario e Celso in quanto stavamo, come molti, aspettando il Prof. Sgarbi per la conferenza prevista in occasione della mostra «Andy Warhol e l'italian pop». Sgarbi è arrivato effettivamente con un’ora di ritardo e ci ha spiegato lui stesso le motivazioni. Le numerose chiamate che ha ricevuto per la scoperta del dipinto gli hanno impedito di essere puntuale alla conferenza.
Martedì 12 aprile mi trovavo con mia madre a Pagazzano nella parrocchia dei santi Nazario e Celso in quanto stavamo, come molti, aspettando il Prof. Sgarbi per la conferenza prevista in occasione della mostra «Andy Warhol e l'italian pop». Sgarbi è arrivato effettivamente con un’ora di ritardo e ci ha spiegato lui stesso le motivazioni. Le numerose chiamate che ha ricevuto per la scoperta del dipinto gli hanno impedito di essere puntuale alla conferenza.
Grazie alla sua presenza ed alla sua preparazione il critico d’arte ci ha spiegato l’importanza di questo ritrovamento. La tela raffigura l’episodio biblico della decapitazione del condottiero assiro Oloferne da parte della vedova ebrea Giuditta, che voleva salvare il proprio popolo dalla dominazione straniera. Con quest’opera Caravaggio ha voluto rappresentare la lotta tra il bene e il male. Sgarbi ha dato un’interpretazione ben più ampia e profonda al dipinto. Se effettivamente ci pensiamo e anche se sono passati anni dalla realizzazione ai giorni nostri, quel taglio della testa è lo stesso dei fondamentalisti islamici. Tutto questo ci deve far pensare molto. Caravaggio, con il suo linguaggio artistico, è stato un precursore del XXI secolo oppure semplicemente dovremmo pensare che la lotta tra il bene e il male è una lotta eterna, con mille sfaccettature e spesso manifestata con brutalità e orrore.
- Eria
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