Durante quest'estate ha destato particolare scalpore la storia del piccolo Charlie Gard, un bambino di undici mesi affetto da una grave e rara malattia mitocondriale, dichiarata dai medicini inglesi "degenerativa ed incurabile".
Secondo i medici londinesi non c'era più nulla da fare per il piccolo Charlie, bisognava solamente staccare la spina della macchina che lo manteneva in vita ed attendere il normale corso della malattia.
Tuttavia i genitori Connie e Chris Gard si opposero duramente alla scelta dei medici, portando il caso nei più grandi tribunali mondiali e sui "media".
La vita di Charlie poteva essere salvata con cure immediate, secondo i medici americani ed italiani che proposero a Londra il trasferimento del bambino in una delle loro strutture; la "strada legale" intrapresa dall'Ospedale Great Ormond Street Hospital di Londra si è tuttavia dimostrata troppo lenta, facendo degenerare la malattia del bambino fino a renderla incurabile.
La decisione di staccare la spina al piccolo Charlie fu presa il 24 luglio 2017.
A mio parere "staccare la spina" al piccolo Charlie contro la volontà dei genitori e con la possibilità di evitare la degenerazione della malattia fino alla morte è stato un grave errore.
Non credo che si sia mai visto il Mondo intero unito per salvare una vita.
Manifesti appesi fuori dall'ospedale per salvare Charlie |
Secondo me se le procedure legali intraprese dall'ospedale e dai genitori di Charlie a marzo non si fossero dilungate troppo ora il piccolo potrebbe essere ancora in vita: dall'America era arrivata una cura sperimentale a cui Charlie si sarebbe potuto sottoporsi se la malattia non fosse degenerata troppo con il passare tempo.
A mio parere la decisione da parte dei medici di "staccare la spina" non dovrebbe mai essere presa. Non credo che nessuno si possa permettere di "staccare" ciò che tiene in vita un individuo, soprattutto se si parla di un bambino. Se l'individuo invece acconsente (ad esempio la decisione di DJ Fabo) non trovo nulla di sbagliato, la vita è sua e se non vuole più continuare a vivere è una sua scelta, nessuno deve giudicarlo se non è nella sua condizione. Per quanto riguarda il piccolo Charlie a mio parere si avrebbe potuto "fare di più", ma gli aiuti sono arrivati troppo tardi e le decisioni dei tribunali sono state prese troppo lentamente.
GIO
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