Partiamo dal principio, cioè dalla causa e motivo principale per
il quale sto scrivendo questo post: sono in vacanza e sto facendo i compiti
d'estate, ma chiamarle estate e vacanza non sarebbe
proprio giusto...
Un paio di giornate di cattivo tempo sono scontate che arrivino
durante l'estate, ma quella che sta terminando nel 2014 è stata una delle estati più instabili e
imprevedibili degli ultimi secoli; e non è
un'esagerazione.
Le cause possono essere molte: dall'inquinamento alla
deforestazione in Amazzonia. Tuttavia le soluzioni a nostra disposizione non
sono a "rapido effetto" ma richiedono molti anni, se non addirittura
decine di anni, prima che si verifichi un miglioramento.
Questa estate terribile, dunque, non sarà solo di passaggio; infatti, dati alla
mano, si rischia che si ripeti anche negli anni a venire.
Quest'anno l'instabilità
climatica ha causato gravi inondazioni e morti per annegamento, come
accaduto in Veneto a luglio o, più
recentemente, in Puglia. Danni li hanno subiti anche ai contadini, che
hanno dovuto buttare via tonnellate di raccolto marcito appunto per la troppa
pioggia. Ma il danno che preoccupa di più
è quello del settore turistico, dal momento che ha subito un drastico
calo di presenze fino a raggiungere un saldo negativo del 30% rispetto agli
anni precedenti.
Un simile segnale preoccupante ci fa riflettere sul fatto che
forse dovremmo rivedere la nostra politica del turismo con un occhio di riguardo
al nostro patrimonio artistico: città
d'arte, musei e luoghi archeologici, i quali risentono molto meno delle
condizioni meteorologiche. Finora abbiamo infatti puntato soprattutto sul
turismo balneare trascurando il resto. Così
facendo, non saremmo dipendenti dal clima ma avremmo comunque, anche con
il brutto tempo, una proposta attrattiva per i turisti.
Matteo














