sabato 31 ottobre 2015

Lo sai perché una risata allunga la vita?

Ridere e scherzare per me è sempre stata una cosa naturale, molto spontanea e fin da piccola il riso e lo scherzo hanno rivestito un ruolo importante nella mia vita.
Quando piangevo perché mi ero sbucciata un gomito cadendo in bicicletta bastava una battuta da parte di mio papá e iniziavo a ridere allegramente e dimenticavo il dolore.
A tavola, durante tutti i pasti, mi piaceva e mi piace tuttora essere allegra e spiritosa, mi dà forza vedere i miei amici o i miei genitori spanciarsi dalle risate per una mia battuta e poi sapere di essere stata io a provocarle è una bellissima sensazione.
Dopo una brutta giornata é davvero bello  riuscire a trovare un motivo per ridere, anzi é fondamentale altrimenti a volte si é talmente convinti che tutto vada storto da cadere i depressione.
Quando rido, i mille pensieri, preoccupazioni, ansie che ho per la testa svaniscono in un soffio e la mia mente diventa leggera perché in quel momento non penso a niente e mi godo semplicemente l'attimo.
Un vecchio detto dice: "una risata allunga la vita" ed è proprio vero, non riesco a immaginare come sarebbe il mondo se tutti non sorridessero o scherzassero più.
Se ci provo, vedo una massa grigia di avvocati in giacca e cravatta che camminano spediti su un marciapiede, camminano, posano un piede davanti all'altro e con la ventiquattrore in mano fissano
l'edificio tutto vetro e acciaio in cui si trovano i loro uffici.
Questa metafora mi ha sempre fatto effetto, é così che mi viene da immaginare la Terra senza sentire una risata.
Quindi sì, ritengo che il riso e lo scherzo abbiano  un ruolo importante nei rapporti con gli altri; senza di essi si fa fatica a comunicare con chi si ha vicino, non si riesce a parlare in modo scorrevole e allegro perché si é sempre seri e va a finire che tutti si dimenticano della tua esistenza.
Considerare il lato leggero della vita secondo me é una bellissima virtù, a patto che non ci si dimentichi dei propri doveri e si passi tutto il tempo a girarsi i pollici.
Se devo essere sincera é una qualità che generalmente apprezzo negli altri perché é bello vedere e interagire con persone positive ed ottimiste, aiuta a essere più felici e mi porta a sfidare il mondo e le sue difficoltà col sorriso sulle labbra.
Anna

ì

venerdì 30 ottobre 2015

Un bacio al romantico sapore di cipolla

Quest'estate al mare la mia amica Silvia era
riuscita ad acquistare l'attenzione del ragazzo che le piaceva. Dopo essersi presentati, lui la invitò a cena. Si chiamava Tommaso ed era veramente molto bello: aveva i capelli corti ai lati e al centro un ciuffo biondissimo schiarito dal sole e dal mare dell'estate, gli occhi di un blu intenso, le braccia muscolose, era alto due spanne in più di lei ed era molto gentile e disponibile. Silvia, pur essendo molto eccitata all' idea, aveva anche un po' di paura perché sarebbe stato il suo primo vero appuntamento.Così scegliemmo insieme un bellissimo vestito senza spalline color confetto da farle indossare. Inoltre le arricciai i capelli mentre gli davo qualche dritta su come comportarsi. Quando la riaccompagnai a casa prima della cena, le dissi di informarmi con un messaggio alla fine della serata per dirmi come fosse andata. Alle 23 ricevetti dalla mia amica ben dieci faccine che piangevano e così la chiamai.
Dopo due o tre squilli rispose: "Ehi Laura, non puoi veramente immaginare cosa è successo... Sono troppo sconvolta!".
"Voglio subito sapere ogni minimo dettaglio: dove ti ha portata, se è stato gentile, se ti ha baciata..." dissi io.
Ma lei con rassegnazione rispose:" No, è stato così imbarazzante che mi vergogno di dirlo anche a te!".
Ma ero troppo curiosa, ostinata, e così la pregai:" Ti prometto che non ti prenderò in giro, ma sbrigati a spiegarmi tutto perché sto morendo di curiosità!".
L' aveva portata a mangiare in un posto piuttosto carino. Lei aveva ordinato la pizza e lui l' hamburger. La serata procedeva bene: parlavano della scuola, della famiglia, dell'estate, delle loro abitudini. Erano in sintonia e pensavano già a dove sarebbero andati la volta successiva che sarebbero usciti. Ma quando la cameriera portò le ordinazioni, Silvia si accorse che nel panino di lui c' era la cipolla. Lei sperava che la togliesse, ma lui sembrò non preoccuparsene minimamente. La serata continuò tranquilla. Quando ebbero finito, lui le offrì la cena e insieme decisero di andare a fare una passeggiata in riva al mare. Era una sera molto calda, il mare era piatto , la sabbia fredda e c'era persino qualcuno che faceva il bagno al chiaro di luna.Verso le 23 Tommaso la riaccompagnò a casa e le disse che si era molto divertito e che avrebbe voluto uscire ancora con lei. Era arrivato il punto critico e lei desiderava che gli desse un bacio sulla guancia o la abbracciasse, ma le intenzioni di lui non erano proprio quelle. Gli prese il viso tra le mani e la baciò. Quei pochi secondi le sembrarono minuti e, quando si staccarono, lei aveva una faccia palesemente schifata. Tommaso La guardò sospetto chiedendole spiegazioni, ma Silvia rimase in silenzio. La situazione era imbarazzantissima e, intuendo che non gli avrebbe dato una risposta, se ne andò. Quando ebbe finito di raccontarmi l' accaduto, risi rumorosamente mentre lei era piuttosto preoccupata di cosa le avrebbe detto quando lo avrebbe visto il giorno seguente.


         Laura

Scherzare sì, ma c'è un limite


Nella mia vita lo scherzo e il riso hanno un ruolo importante anche se secondario allo studio e all'impegno verso i miei doveri come per esempio: quello di aiutare i miei genitori in casa, riordinare la mia camera e impegnarmi a scuola.
Ritengo che siano molto importanti nei rapporti con gli altri perché aiutano a creare legami di amicizia con le altre persone anche se non bisogna esagerare ed essere seri nei momenti in cui serve. 
Secondo me considerare il lato leggero della vita può essere sia un pregio che un difetto. Un pregio perché si può vivere con meno preoccupazioni, ma può essere un difetto perché bisogna anche rendersi conto del mondo che ci circonda.
Essere simpatici e divertenti è una buona qualità ma in modo contenuto, a mio parere le persone che scherzano sempre sono solo fastidiose e antipatiche. 




Teuz77

mercoledì 28 ottobre 2015

Il troppo stroppia

A me piace molto ridere e far ridere la gente...
Nelle situazioni drammatiche cerco sempre di strappare un sorriso o una risata con una battuta perché mi dà veramente fastidio la tristezza e il pessimismo di alcune persone. Infatti io sono abbastanza ottimista e mi piace vedere il lato positivo delle cose.
Proprio l'altra sera hanno rubato a dei miei compagni di squadra il cellulare mentre facevamo l'allenamento.
Appena l'hanno scoperto, si sono arrabbiati parecchio e io e altri miei compagni, a cui non era stato rubato nulla, abbiamo cercato di calmarli con delle battute.
Dopo un po' siamo riusciti a tranquillizzarli tutti scoppiando in una grande risata per una battuta.
Personalmente apprezzo le persone che pensano positivo sempre e comunque.
Tuttavia, se si esagera, comincio ad essere un po' frustrato perché comunque, in una situazione drammatica di cui magari non si è parte, non bisogna eccedere dato che i diretti interessati potrebbero intristirsi o addirittura arrabbiarsi ancor di più.
Secondo me la positività non è un difetto ma, anzi, in alcuni casi è un pregio in quanto evita tristezza e malinconia a se stessi e a chi ci sta intorno.
Quindi, a mio parere, la positività è una virtù che però va utilizzata con cautela perché, come per ogni cosa, il "troppo stroppia", ottenendo l'effetto contrario a quello desiderato.



   Andre01



martedì 27 ottobre 2015

L'arte di cavarsela

Quasi tutte le persone presenti nel mondo hanno diversi comportamenti a seconda della situazione in cui sono coinvolti. Alcune riescono a distinguerli, altre invece non sono brave a farlo. Io faccio parte della seconda categoria perché ho un solo carattere (negativo) e non riesco a controllarlo specialmente quando mi trovo in una situazione che scatena la mia rabbia: non mi importa chi ho di fronte, un professore, un amico, i miei genitori o il Papa in persona; quando sono veramente arrabbiata non capisco più niente.
Trattando questo argomento, mi viene in mente un bellissimo episodio in cui la rabbia mi è stata di grande aiuto...
La sera prima dell'orale dell'esame di terza media stava crescendo in me un'ansia che non riuscivo a contenere: andavo in giro per casa con le mani che mi tremavano per il freddo, il che era strano visto che era quasi la metà di giugno, avevo degli attacchi di panico e piangevo senza motivo. La mattina seguente, dopo aver passato la notte in bianco, mi rimisi a studiare per l'ennesima volta la tesina che ormai sapevo praticamente a memoria. Alla fine chiesi a mia sorella di essere interrogata sulla parte riguardante storia e geografia perché lì mi sentivo meno sicura.
Quando le posi questa domanda pensavo fosse felice di aiutare il suo scricciolo, così mi ha soprannominato, ma la sua reazione fu del tutto diversa: in quel momento stava leggendo, come praticamente ogni istante della sua giornata, un libro preso da poco in biblioteca; alla mia domanda le si gonfiò tutta la faccia, era di tonalità rosso pomodoro, vedevo nei suoi occhi la rabbia e le vene che le uscivano dai muscoli in tensione. Mi spaventai non poco. <<Non è possibile che stai ancora studiando quelle due cose che devi dire all'orale!>>, mi urlò in faccia con un lieve accento di sarcasmo. Io risposi in modo piuttosto calmo: <<Scusami, io volevo solamente chiederti un parere sulla mia esposizione>> e, con gli occhietti dolci che solo io so fare alla perfezione, la convinsi a interrogarmi un'ultima volta. Iniziai ad esporre in modo fluido e mostrando, con mia stessa sorpresa,  tanta sicurezza. Poi arrivò storia. Non mi piaceva molto l'argomento che avevo scelto, ma d'altronde era l'unico che si abbinava alla parola chiave su cui avevo costruito tutto il mio macro modulo. L'argomento era la Guerra Fredda.
In questo momento di esposizione mi mostrai un po' meno sciolta, mia sorella se ne accorse e iniziò a sgridarmi: <<Non può essere che dopo vent'anni che la ripeti sei ancora così incerta. Io mi vergognerei>>, ma a quel punto anche io fui un po' irritata: non aveva il diritto di rimproverarmi così, lei sapeva più di tutti quanto quest'esame era importante per me e doveva cercare di infondermi tranquillità anziché ansia e disagio. Mi chiese di nuovo con rabbia: <<Come si combatté la Guerra Fredda??? Dai che la sai. Sennò sei proprio ignorante>>. Io strabiliata, ma allo stesso tempo furiosa e fuori di me risposi: <<Coi cappotti!>>. Le feci la linguaccia e me ne andai, ma mentre scendevo le scale la sentì ridere a crepapelle.
 aivalF#3

Ridere fa bene!

Personalmente credo che nella vita ci siano molte occasioni in cui bisogna non prendere sul serio situazioni, espressioni o ciò che ci accade, ma l'esagerazione porta sempre a degli errori. Il metodo infallibile per conoscere nuove persone fin da sempre (almeno credo) è riuscire a strappare qualche risata, fare dell'ironia, prendere sul ridere le situazioni in cui ci si trova, ed è quello che bene o male provo a fare io nella maggior parte dei casi. Non sono troppo estroversa ma ormai so che nel momento in cui mi trovo a mio agio con qualcuno riesco a non smettere più di parlare e ridere e questa è una cosa che mi sorprende ogni volta e mi piace, il pensiero di aver trovato qualcuno con cui condividere anche solo brevi momenti delle mie giornate mi rende felice. Mi capita spesso di definire "noiosa" una persona a primo impatto, magari semplicemente perché non sta ridendo nel momento in cui la incontro o ci faccio piacere, ma altrettanto spesso mi ricredo suoi pregiudizi iniziali e molte delle persone a cui tengo di più e che ora sono sempre al mio fianco le ho conosciute semplicemente scherzandoci assieme.
Ci sono poi persone che tendono ad essere sempre fin troppo allegre e spensierate, coloro che apparentemente non hanno mai problemi, quelli a cui sembra non fregare niente di niente e di nessuno, ma a me non piacerebbe essere così perché fatto un esame a me stessa mi troverei infantile, piccola;
La giusta ricetta sarebbe la risata nei momenti in cui ce n'è bisogno e la serietà nel tempo che resta, ma non possiamo essere fatti tutto con lo stampino e quindi bisogna saper prendere ogni persona!
Benji

Di Caprio al mare

Era sera ed ero in vacanza. Mi stavo preparando per uscire a fare un giro con i miei amici. Ci eravamo dati appuntamento in piazza, ma all'ultimo minuto mi chiama la mia amica e mi chiede se posso andare a prenderla davanti a casa sua, che si trova davanti al molo della città. Arrivata davanti al molo mi accorgo di avere dimenticato gli occhiali a casa, ma ormai ero già in ritardo e non volevo tornare a casa per poi essere ancora più in ritardo. Vedo in lontananza una ragazza dai capelli lunghi biondi e mi avvicino. Pensando che fosse la mia amica la spavento, si gira ma vedo che non era lei. Mi scuso imbarazzata e mi allontano il prima possibile, senza accorgermi però che davanti a me c'era un ragazzo che conoscevo, ma con il quale non parlavo più da quasi tre anni. Gli vado addosso senza accorgermi, ma poi lo riconosco e non sapevo se salutarlo e scusarmi oppure scusarmi e andarmene via. Mi accorgo del fatto che lo stavo fissando con uno sguardo da maniaca solo quando lui mi dice: "beh, vuoi farmi una foto almeno te la puoi guardare anche a casa?" Io tutta rossa gli rispondo di no e mi scuso e cerco di andarmene, ma mentre sto per andarmene mi chiama e mi dice: "potevi salutarmi, è stato un piacere rivederti", io mi giro e gli dico "ah si scusa, non ti avevo riconosciuto." Lo fisso per un'altro minuto e gli dico "Comunque se fossi stato Di Caprio la foto te la facevo volentieri", lui si mette a ridere, mi saluta e se ne va.
Holly 

Un'inaspettata sorpresa




La vigilia di Natale dell'anno scorso stavo sistemando le ultime decorazioni dell'albero con festoni, ghirlande e fiocchi di neve. Amo molto il clima natalizio e soprattutto decorare casa con tanti festoni che la rendono più accogliente e in tema con il periodo che si sta vivendo. Di solito, io e la mamma realizziamo un bellissimo albero di Natale in sala; come decorazione ci piace utilizzare i biscotti pan di stelle ed appenderli con un fiocco rosso.
È anche tradizione realizzare un bellissimo presepe sul mobile basso che abbiamo in corridoio; il nostro presepe è ricco di statuine che con il tempo abbiamo collezionato. Costruiamo tutta l'ambientazione utilizzando la carta colorata, il muschio, i sassi bianchi e spruzziamo il tutto con la neve spray per rendere ancora più invernale la creazione.
Fin da quando ero bambina, a casa mia è tradizione sistemare sotto l'albero dentro in un cestino un bicchiere di latte con un po' di fieno per le renne di Babbo Natale.  Ad un tratto suonò il telefono, risposi e scoprii che era mia mamma: mi voleva semplicemente ricordare di trovare un po' di tempo per andare ad acquistare il casco per la moto che avremmo regalato il giorno successivo a mio cugino. Quando finii di sistemare le ultime decorazioni natalizie, guardai l'ora e vidi che era già tardi per andare a comprare proprio quel regalo che mi mancava. Ero davvero dispiaciuta per ciò che era accaduto e non sapevo come risolvere la situazione. Soprattutto pensavo al pranzo del giorno successivo e a come potevo giustificarmi nei confronti di mio cugino sapendo che lui sicuramente avrebbe fatto una sorpresa per me. Il pomeriggio di Natale stavamo per scartare i regali tra parenti; già quella mattina ero nervosa e non avevo molta voglia di trascorrere la giornata in famiglia per paura di ciò che sarebbe successo. Era arrivato il momento dello scambio di regali tra cugini... In quel momento non riuscii a parlare e feci scena muta, ma ad un tratto vidi mia mamma entrare dalla porta e dirmi: "Tieni Martina, forse ti stavi dimenticando questo!". Mi porgeva così un bellissimo pacco con un fiocco blu. "Che sia forse il regalo per mio cugino?" pensai prontamente. Forse la mamma aveva immaginato tutto perché mi conosce moltobene!". Dentro di me speravo proprio che quello fosse il regalo che mi ero dimenticata di comprare. Allora decisi di porgere quel pacco a mio cugino che, non appena lo scartò, disse: "Wow, che regalo fantastico!". Io rimasi davvero senza parole e, sottovoce, andai ringraziare la mamma: "Grazie, anche a questa volta mi hai salvato!".
Alla fine eravamo tutti felici: io perché non feci brutta figura con mio cugino e lui per aver ricevuto in regalo due felpe nuove dell'Abercrombie.


Martina

giovedì 8 ottobre 2015

Cose che nessuno sa



Sardegna, 10 agosto
Caro diario,
                   eccomi qui, di nuovo. Sai, è bello avere sempre qualcuno che sa accettarti per quello che sei: nonostante i tuoi difetti, le tue strane abitudini, i tuoi pensieri, e magari anche nonostante te. Mi piace conoscere persone che mi prendono per mano e, anche a costo di uno strattone, mi riportano sulla strada giusta. Si chiamano amici.
Sono una ragazza vivace e solare e che non fa fatica a stringere legami, quindi ho molte persone a cuore. Tuttavia di amici di cui mi posso fidare ne ho piuttosto pochi. Sono abbastanza selettiva nel scegliere le persone a cui rivelare segreti. Soprattutto ora.

Crescendo sono sempre più piena di dubbi, paure, angosce o pensieri che sono troppo grandi per essere contenuti dentro di me. E faccio fatica a condividerli. E poi questi, ogni tanto, vengono fuori dalla bocca come se nulla fosse. Per esempio, sto parlando con una di quegli amici e le paure le condivido senza fatica. So che queste escono al momento giusto e con la persona giusta. Quest'ultima non so se riuscirà ad aiutarmi, ma affrontare le cose in due è sempre meglio. Vicini o lontani, le persone a me più fidate so che manterranno quelle parole chiuse nel nostro legame che ci unisce. Anche tu diario sai cose che nessuno sa, pensieri speciali che manterrai segreti per sempre. Sciocchezze o colonne portanti che siano, mi fido di te.



Grazie per esserci.
Bacino,

Clara

IMMIGRAZIONE: politici "altruisti"

Negli ultimi anni numerose guerre affliggono il Medio Oriente, causate dalle forze dell'ISIS e per altre ovvie ragioni. Questo fatto fa scattare nell'uomo l'istinto di sopravvivenza che come conseguenza a questo istinto c'è una fuga sfrenata verso paesi senza problemi di tipo militare e con risorse più agevoli dei paesi colpiti dalla guerra. Per fortuna o sfortuna il paese più vicino è la cara e vecchia Italia. Il gioco è fatto. Solo nel 2015, senza contare il 2014, sono entrati circa 430 mila immigrati in Italia. Il nostro Paese, governato da politici che vogliono fare gli altruisti, quando non accolgono nemmeno un migrante in casa propria, accolgono immigrati su immigrati e arrivati questi extacomunitari ci sono già stati più di 5 fatti di violentamento femminile, omicidi e rapine. Io non voglio certo essere un cattivone. Gli immigrati stanno sicuramente sfuggendo alla morte di guerra e noi dobbiamo assecondarli, accogliendoli. Ma purtroppo l'Italia non ha le risorse adatte per un accoglienza così ampia e se le avessimo non saremmo qua a struggerci su questo argomento. Proprio per questo problema di logistica, i politici ammassano disordinatamente i migranti per tutte le città italiane, spendendo ulteriori somme di denaro e mettendo sottopiano gli italiani stessi. E non solo: l'Italia ha una scarsa capacità e strutture di identificazione, che distinguerebbe questi extacomunitari in due fasce: gli immigrati e i clandestini. La maggior parte dei migranti intervistati da vari telegiornali provengono da terre in cui il problema della guerra non c'è e vengono qua in Italia per provocare violentamenti, omicidi e crimini di ogni genere. Gli effetti della scarsa capacità di identificare le persone dell'Italia si vede dall'aumento appunto della criminalità. Tra cui omicidi e violentamenti. Perciò l'attuale governo può fare l'altruista quanto vuole ma l'Italia non ha le risorse necessarie per esserlo. Senza contare l'assenza di aiuti dagli altri paesi europei. Gli Stati Uniti hanno vissuto quasi la stessa situazione nostra, accogliendo diversi immigrati che però erano destinati a tutt'altro scopo: alla schiavitù. E ancora oggi ci sono immigrati che si trasferiscono negli Stati Uniti, ma a differenza nostra dopo qualche mese la parola "immigrato" si trasforma in "cittadino" poiché tutti gli extracomunitari arrivati adesso hanno un lavoro fisso, un abitazione e i soldi necessari per vivere. Se dopo un tot di mesi non dispongono ancora i requisiti appena detti vengono gentilmente invitati a ritornare nel Paese d'origine. Avendo questi precauzioni e risorse ecco spiegato il motivo per cui gli Stati Uniti sono famosi per essere "Multietnici". Loro hanno evidenti strutture che permettono un'immigrazione molto ampia. L'Italia non ne ha eppure il governo si ostina a credere di trovare una soluzione all'immigrazione senza rimandare indietro i gommoni.   


Marco Bigarella


giovedì 1 ottobre 2015

La Francia chiude le frontiere

14 giugno 2015, la Francia chiude le frontiere, ha ripristinato gli accordi con l'Italia ed ora uomini, donne e bambini non hanno più il diritto di passare per le frontiere francesi.
Sono circa 200 migranti bloccati a Ventimiglia, che iniziano a patire la fame e la sete, mettendo in atto scioperi e proteste. Gli sbarchi sono continui ed il numero di clandestini aumenta rispetto al numero delle partenze.
Sarà giusto ciò che accade? Io non sostengo che essi non siano migranti, ma sono anche uomini che non hanno più niente. Tutti sognano la fine di un incubo e alcuni vorrebbero solamente raggiungere i propri parenti in Francia.
C'é anche da dire che essi pesano sullo stato, devono essere mantenuti e quindi servono soldi, che i cittadini francesi come quelli italiani, fanno fatica a guadagnare.
Questo genere di situazione era già successa nel 2011 quando 1.500 uomini di Sans Papiers sono sbarcati in Costa Azzurra.
Dagli avvenimenti scaturiscono poi polemiche sui presidenti, ad esempio: "dov'è Renzi?" Anche se esso ha espresso chiaramente che Parigi è egoista, sostiene che se il piano "A" non dovrebbe funzionare si passerebbe al piano "B" ovvero: ragionare come una comunità solida e risolvere insieme il problema. 
Naturalmente i ministri di alcuni paesi amici vanno in direzione opposta, in modo da non prendere carico dei migranti. Non mi sembra affatto giusto che i ministri "se ne freghino" di queste situazioni, non è una cosa da ignorare ma da risolvere.
In conclusione sostengo che anche se non si volesse far passare i clandestini nel proprio paese, in questo caso la Francia, bisognerebbe comunque dare un aiuto, perchè non si tratta solo di uomini adulti ma anche di donne e bambini.  
Lucri
                                                                                                                                                          

Immigrati! Che cosa fare?

Quest'estate stiamo affrontando una crisi morale per la grande ondata d'immigrati venuti dal sud e dall'est che preme per andare verso l'Europa, poiché nel loro territorio ci sono situazioni di guerra.
È un vero problema perché da un lato sono tanti gli immigrati e crea problemi accoglierli tutti e occuparsi di loro e dall'altro non si può lasciarli morire in mare oppure non occuparsi di loro.
Quindi quale sarebbe la soluzione migliore? La soluzione ottimale sarebbe che non dovessero scappare dai loro paesi, ma risolvere i loro problemi nei loro paesi d'origine. 
Ma come fare? Di certo questi profughi c'insegnano una cosa: nonostante la crisi viviamo in un paese molto fortunato.    
Risultati immagini per immigrati in italia












 - Corrado Calabrese

L'immigrazione: possibile accogliere?

L'immigrazione è ormai un fenomeno drammatico diventato quasi
mediatico.
Se ogni giorno infatti accendiamo la TV, noteremo che qualche minuto
sarà sempre dedicato alle immigrazioni di provenienza nord africana o
medio orientale.
Bene, lo scenario politico offre due diversi punti di vista: chi trova che
l'immigrazione sia un buon avvenimento in questo scenario di crisi e chi
invece trova che sia totalmente dannoso per il nostro Paese.
http://i.huffpost.com/gen/2522676/images/o-LIBIA-BARCONI-GENTILONI-facebook.jpg
Non starò ad elencare partiti pro e contro l'immigrazione, mi limiterò a dire
semplicemente la mia.
Nello scenario di crisi attuale il 12,7% degli italiani è disoccupato, di cui
più della metà giovani.
Nel primo trimestre del 2015 più di 180mila italiani sono stati licenziati.
In una situazione tale, dove mancano soldi a quasi il 13% di noi, non
possiamo accettare che in un giorno riescano a sbarcare in italia migliaia
e migliaia di immigrati, di cui solo il 30% profughi (fuggitivi da guerre).
Prima il lavoro all'italiano, che ha studiato e sgobbato per tanti anni della
sua vita solo per il proprio stato, poi l'immigrato profugo.
Penso che clandestini vengano rispediti indietro, e si andrà ad agire nel
loro stato per rendere più vivibile quest'ultimo; tutto ciò una volta risolto il
problema nel nostro paese.
Quello di oggi è razzismo, contro gli italiani.

                                                                                                                                              Marco Cairo

Immigrazione in Italia: processo positivo o negativo per il Paese?

L'Italia in questi ultimi anni sta vivendo un fenomeno che suscita grandi tensioni sociali: quello della immigrazione.
L'immigrazione è un processo che per svariati motivi ti "obbliga" a trasferirti dal tuo paese ad un'altro dove c'è più speranza di avere una vita migliore.
Proprio in questi ultimi anni infatti moltissima gente del nord Africa e dell'Asia si è spostata in Europa più precisamente in Italia per diversi motivi ma soprattuto per la guerra che tutt'oggi si sta svolgendo in quei paesi dove c'è una grave difficoltà economica, sociale e religiosa.
Moltissimi italiani durante il periodo di dopoguerra ha fatto la stessa identifica cosa che stanno facendo oggi queste persone: si sono spostati in tutto il mondo sopratutto in America dove la vita in quei tempi era migliore.
Al giorno d'oggi queste persone sbarcano in Italia poiché la metà più vicina e salgono poi in tutta Europa; il nostro paese per ora è quello più in difficoltà poiché si è verificato un flusso migratorio molto più alto rispetto a tutti gli altri stati Europei.
Questo fenomeno a mio parere non so se potrebbe essere un bene o un male, penso però che bisognerebbe dare prima spazio agli italiani che sono già loro in difficoltà economica e poi se c'è ancora spazio diamo la possibilità anche a queste persone per cercare di rendere il nostro paese migliore ma sopratutto di uscire da questa situazione di crisi che esiste tutt'ora.
A causa dell'immigrazione sta nascendo un'altro fenomeno che potrebbe danneggiare ancor di più la nazione: il mescolarsi di tradizioni ed usanze.
Infatti questo fenomeno provoca un miscuglio di tradizioni tra il paese locale e le persone immigrate provocando così una vera e propria confusione da una parte bensì dall'altra una sfizio personale.
Concludo dicendo che come noi in passato abbiamo migrato in altri paesi e ci anno aiutato, noi dovremmo fare la stessa identica cosa nei loro confronti trovando delle soluzioni per far sì che queste persone ritornino ai loro pesi vivendo una vita tranquilla.
Merlo Alessandro

La crisi

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 Eccomi qui, oggi vorrei parlare di un argomento che mi è apparso appena sono arrivato in Marocco, durante le vacanze.
La crisi,mi faceva pena quando tutta la gente veniva da noi a chiederci l'elemosina,era difficile rifiutare,quindi compravamo qualche giocattolo solo per fargli a loro un regalino.
La crisi è un argomento politico che vede molti paesi,principalmente l'Africa ma anche negli altri continenti non si scherza,come la Grecia e altri stati.
Tra questi c'è anche l'Italia ma fin adesso stiamo trattenendo e speriamo che questa crisi finisca ben presto.
Gli episodi che mi fanno stare male veramente è quando i genitori, mandono i propri figli, tutti malconciati a chiederti qualche moneta o da mangiare.


 Alessio Brambilla

Mass-media senza scrupoli

Da qualche giorno si è discusso molto sui ragazzi morti in alcune discoteche italiane.
Un ragazzo, uscito da una discoteca, si è sentito male e poco dopo è morto davanti agli amici.
Ancor prima di avere i risultati delle analisi tossicologiche, i media, hanno "bombardato" la televisione parlando di una presunta overdose da droga; successivamente, le analisi, hanno scoperto che il ragazzo aveva un raro disturbo al cuore e che la sua morte è stata provocata da questo.
I mass media hanno tentato, sin da subito, di farci credere che il ragazzo si era drogato, addossando le colpe sui giovani e sul loro modo di comportarsi e di "divertirsi".
I media hanno trovato nell'avvenimento del ragazzo morto davanti alla discoteca, una scusa per iniziare una campagna in cui colpevolizzano i giovani di oggi.

Da ciò scaturisce una mia riflessione, ovvero che: negli ultimi anni a venire, la televisione, i giornali e i  mass media hanno sempre trovato in eventi tragici scuse per addossare le colpe su persone estranee alla vicenda, solo per una questione di marketing.

Oggi il mondo è influenzato dal marketing.






Francesco

Episodio personale la spiaggia

Tutto iniziò un qualsiasi lunedì pomeriggio con un mio amico  in spiaggia, quando a un certo punto io e lui vedemmo due belle ragazze in acqua. Allora io decisi di avvicinarmi cercando di capire che tipo di lingua parlassero, con il mio amico dietro di me. Avevamo abbastanza paura di rivolgergli la parola anche se erano spagnole e nel momento in cui mi ero deciso di fare la prima mossa loro due uscirono dall'acqua. Dopo altri cinque minuti uscimmo anche noi. Loro si trovavano di fianco a noi (con i salviettoni) e nel momento in cui sembrava in cui una delle due mi stesse guardando io la salutai, ma lei non ricambio il saluto e iniziò a confabulare qualcosa con la sua amica e come se niente fosse entrarono nuovamente in acqua. Io e il mio amico facemmo altrettanto, anche se io ero molto più coraggioso e deciso rispetto a lui. Loro due entrarono in mare con il cellulare e quindi questa era l'occasione da non perdere. Quindi io presi coraggio e mi presentai e loro fecero altrettanto e incominciai a parlare in spagnolo, dicendo che venivamo dall'Italia e una mi disse che lo sapeva perché ha origini italiane da parte del padre presuppongo e che quindi aveva capito tutto, quando io e il mio amico cercavamo di farci avanti, iniziai a ridere solo io e lei perché il mio compare non capiva lo spagnolo. Dopo una lunga discussione io le chiesi il numero, ma prima lei mi chiese se fossi fidanzato e io risposi di no e lei rispose di si, ma io lei dissi che non mi importava se lei avesse si o no il fidanzato e mi diede il numero, quindi penso proprio che mi stava mettendo alla prova. Tutte e due avevano un anno in meno di me, ma cosa che non mi importava. Arrivò il momento in cui io le dovevo dare il numero visto che lei aveva a portata di mano il cellulare, ma sfortunatamente arrivò suo padre, io e il mio amico ci allontanammo aspettando che il padre se ne andasse. Nel momento in cui se ne andò io stavo "morendo dal freddo" nonostante questo riuscì finalmente a ottenere il suo numero, dicendo anche che saremmo usciti noi due oppure far un uscita a quattro.
Sascia