mercoledì 30 agosto 2017

Il VAR

Il VAR, acronimo di Video Assistant Referee, è un nuovo tipo di arbitraggio introdotto dalla fifa nel campionato di serie a 2017/2018. Consiste nella sostituzione degli arbitri di porta, con due arbitri che si mettono davanti agli schermi ad analizzare ciò che vedono attraverso le telecamere.
Il ricorso al VAR può avvenire sia in caso di richiesta da parte dell'arbitro, sia su segnalazione da parte degli assistenti qualora sia stata presa una decisione chiaramente sbagliata. L'impiego del VAR non può essere chiesto da calciatori, staff tecnico e dirigenziale delle squadre coinvolte: sono previste sanzioni in caso di richieste scenografiche o di interferenze con l'arbitro durante l'analisi video. Il VAR può però operare in caso di goal, rigore ed espulsioni dirette.
Detto ciò ritengo che il VAR sia una cosa innovativa e al passo coi tempi, che potrebbe funzionare, ma ora come ora non è del tutto funzionale: tra la prima e la seconda giornata ha già negato un rigore alla Roma, e regalato due rigori contro la Juventus. Al proposito infatti il capitano bianconero, Gianluigi Buffon, ha affermato che: “Lo dico mio malgrado, da portiere di una squadra che vince e attacca spesso, quindi mi do la zappa sui piedi. Lo scorso campionato abbiamo avuto tre rigori a favore, quest'anno arriveremo a 55, ma questo non è più calcio, diventa pallone da laboratorio. Tra l'altro in questo modo non conosceremo mai l'effettivo valore di un arbitro: se fossimo tutti più sereni, obiettivi e accettassimo gli errori, vivremo con più umanità tutti i risultati. Se penso che il VAR sia inutile? È uno strumento che, adoperato con parsimonia, può dare ottimi risultati e fare il bene del calcio. Ma così non mi piace, è brutto". Concordo pienamente col capitano bianconero, e in conclusione con dei miglioramenti questa diventerà la tipologia di arbitraggio del futuro.
8010

lunedì 28 agosto 2017

Daniele Rugani

Oggi parleremo in particolare di un giovane talento: Daniele Rugani. 22 anni, nato a Lucca il 29/07/1994, è difensore centrale della Juventus. 
Comincia la sua carriera calcistica a sei anni, nel vivaio dell'Empoli. Nel 2012 la Juventus richiede Daniele in prestito, e data la sua prestazione soddisfacente, paga all'Empoli la metà del valore del giocatore. Rugani rimane all'Empoli con cui segna il suo primo gol da professionista. Nel 2015 la Juventus paga l'altra metà del prezzo di Rugani, e con gli ultimi 3,5 milioni il difensore passa al club torinese. Detiene il record di non aver ricevuto un cartellino giallo per 53 partite. Rugani è anche difensore della nazionale, esordisce il primo settembre 2016 durante l'amichevole Italia-Franica, entrando al posto di Barzagli. Rugani con la Juventus ha vinto un campionato, una supercoppa italiana e una coppa italia. Quest’anno la Juventus è stata vicecampione europeo a causa della sconfitta in finale di Uefa Champions League, col risultato di 4-1 a Cardiff. La finale si è aperta con una rete di Cristiano Ronaldo, dopodichè verso la fine del primo tempo pallonetto dentro per Mario Mandzukič che compie uno splendido gesto atletico, insaccando il pallone sotto al sette con una stupefacente rovesciata e portando il risultato sull’1-1. Nel secondo tempo segnano invece Casemiro, Ronaldo di nuovo e durante il recupero il giovanissimo Marco Asensio, che la chiude sul 4-1.
8010

venerdì 25 agosto 2017

FEMMINICIDIO: AMORE E POSSESSO





Negli ultimi tempi si sono sentiti tanti casi di femminicidio, in cui le donne vengono maltrattate fino alla morte. Un episodio è proprio quello di Nadia Orlando, uccisa dal suo fidanzato Francesco Mazzega.
Si erano conosciuti sul posto del lavoro e nonostante gli anni di differenza si erano fidanzati. La loro relazione è durata per circa un anno, e nell’ultimo periodo la ragazza non si sentiva a suo agio, confidando i propri problemi al padre, il quale era preoccupato perché si sentiva incapace di agire e far felice sua figlia.
Ci furono molti litigi tra i due ma mai degenerati in alcun atto di violenza, tranne quella fatidica sera in cui i ragazzi si erano incontrati per chiarire un episodio risalente al fine settimana. Era partita come una “tranquilla” discussione finché è sfociata in una confronto sempre più animato, in cui Nadia ha avuto la peggio. Infatti, Francesco le avrebbe messo le mani intorno al collo e lei pur cercandosi di togliersi dalla presa mortale non è più riuscita a respirare. Non sapendo come comportarsi, ha girovagato tutta la notte in macchina con accanto il cadavere della ragazza fino al confine con la Slovenia, invertendo la rotta per raggiungere la stazione di polizia dove ha raccontato l’accaduto e dove si è costituito.
Le donne che subiscono violenza non sempre trovano la forza per denunciare l’accaduto. Si parte la prima volta con uno schiaffo o una presa un po’ troppo forte delle braccia, che genera qualche livido fino ad arrivare alle ferite insanabili perdendo progressivamente la forza di reagire e di chiedere aiuto a qualcuno.
Ma la violenza non è soltanto fare del male a una donna fisicamente, bensì tutte le azioni che si compiono contro la volontà di una donna, inibendola e denigrando il suo valore; come dei complimenti un po’ troppo spinti per strada, o delle battute sessiste che fanno irrimediabilmente sentire inferiore.
La parola “femminicidio” è stata coniata proprio per questo: per esternare alla società di oggi che esiste un problema grave e apparentemente irrisolvibile che non bisogna nascondersi bensì uscire dal buio e rendere noto quel che succede poiché porta alla morte e, per chi sopravvive, dolore e paura.
Una dedica, però, non è sufficiente per cambiare la realtà dei fatti. Bisogna provocare un cambiamento radicale nella mentalità di tutte le persone, far capire che le donne sono soggetti con emozioni, sogni e diritti pari agli uomini. Dobbiamo noi in primis imparare ad essere sensibili alla violenza, a riconoscerla in quanto tale per poterla combattere nel modo giusto e per farlo bisogna partire dal basso, dalle piccole cose che nella vita di tutti giorni a volte neanche notiamo.
                                                     

                                                                                                                                 Parci

COREA DEL NORD VS AMERICA





Leggendo i vari quotidiani o solamente sentendo i telegiornali salta alle orecchie la questione tra la Corea del Nord e l’America.
La prima, infatti, sembra che continui a fare test su missili intercontinentali portando avanti il proprio programma nucleare e balistico. A questo punto tutto il mondo, in primis l’America è intervenuta per frenare le ambizioni nucleari di Pyongyang (dittatore nordcoreano) adottando diverse risoluzioni: privare la Corea del Nord di circa un miliardo di dollari annuali di introiti dall'export.
Le restrizioni hanno messo in atto il divieto di importazione di carburi, ferro, piombo e di frutti di mare dalla nazione asiatica agli Stati membri dell'Onu e vietano anche ai membri delle Nazioni Unite di creare joint venture con individui nordcoreani o di aumentare il numero di lavoratori coreani impegnati in progetti all'interno di ogni Stato membro.
Sfortunatamente,  il governatore Pyongyang non vuole sottostare a questa soluzione; al contrario, ha reagito rafforzando la forza nucleare e affermando che nessuno può fermare il Paese Asiatico con le sanzioni e le minacce americane.
Tutto il consiglio dell’Onu è d’accordo con la volontà degli Stati Uniti persino la Cina, storica alleata della Corea del Nord. Anche il ministro degli Esteri russo, Sergey Lavron, insieme alla controparte nordcoreana Ri Yong-ho e al premier giapponese Shinzo Abe  hanno discusso a riguardo la sicurezza dell’Asia stabilendo che la miglior soluzione sarebbe la denuclearizzazione della Corea, e in caso di necessità usare qualsiasi strumento di pressione coordinato per reprime la forza nucleare.
È angosciante e doloroso che nonostante gli attacchi atomici che hanno colpito le città di Hiroshima e Nagasaki, alla fine della Seconda Guerra Mondiale, i Paesi del mondo vogliano ancora costruire e fare test nucleari.
Siamo già pronti a piangere nuovi caduti se non abbiamo ancora finito di soffrire per tutte le persone uccise durante quei due attacchi nucleari? Ebbene sì, la domanda da porsi in questo momento è questa; e ovviamente,  la risposta sarà affermativa se nonostante  il doloroso e il crudele passato continuiamo a comportarci come se nulla sia accaduto e a farci guerra tra di noi.
Dobbiamo fermarci un attimo e riflettere sul futuro del nostro Pianeta, coalizzandoci e combattendo insieme per i veri problemi perché non è possibile che nonostante siamo nell’era del terzo millennio discutiamo e ci facciamo guerra quando ci sono ancora i dislivelli tra Stati ricchi e Stati del terzo mondo in cui la gente muore di fame.
Quindi, se i Paesi hanno denaro sufficiente per potenziare armi nucleari , magari dovrebbero spenderli per il bene dell’umanità.
Purtroppo queste parole sono solo frutto della mente di una studentessa e non potranno mai cambiare il destino del nostro Pianeta, ma la speranza che qualcuno al governo cominci a pensare alla prosperità e al benessere della collettività e non al potere sugli altri non muore mai.

                                                                                                                                                         Parci

domenica 20 agosto 2017

NewsToday



Libia vs ONG


Come voi cari lettori avrete già sentito, la Libia ha innalzato un muro contro le ONG (Organizzazioni Non Governative), vietando a qualsiasi nave straniera di entrare nelle acque territoriali se non con esplicita autorizzazione delle autorità libiche. 
In questo modo la sovranità libica impedisce qualsiasi salvataggio nei confronti di quei migranti che, partendo dalle coste libiche, cercano disperatamente in viaggi simili ad Odissee la salvezza sulle coste europee. L’episodio più eclatante è stato quello relativo all’organizzazione di soccorso spagnola “Proactiva”: mentre una propria nave era impegnata in un'operazione di salvataggio verso 155 migranti in mare, ha subito un’offensiva da parte della Guardia Costiera Libica che ha sparato dei colpi intimidatori.




A mio parere l’azione delle forze libiche è un controsenso. Impedendo ai soccorsi stranieri di aiutare i migranti in fuga a sopravvivere, non fa che remare contro la propria gente; la Libia non sta facendo nient’altro che rendere più difficoltoso il viaggio verso la salvezza dei propri cittadini e vicini di casa. Così facendo rischia anche di aumentare il numero di morti in mare; prima infatti si soccorrono le navi di fortuna cariche di esseri umani, meno si corre il rischio che ci siano vittime. 
Ci sarebbe chi potrebbe obiettare, dicendo che le forze libiche vorrebbero dimostrare di saper gestire da sé il flusso di migranti, senza l’aiuto di altri Paesi. In effetti di recente la Marina Libica ha salvato 105 persone a sei miglia dalla costa, ma non mi sembra che fino ad oggi sia riuscita ad impedire migliaia e migliaia di morti. Sicuramente anche le ONG non sono in grado di salvare tutti i migranti, ma collaborando con le forze libiche potrebbero riuscire a salvare più vite.
Un’altra motivazione alla base delle scelte prese dalla Libia, a mio parere, potrebbe essere la paura di subire dei controlli delle proprie imbarcazioni da parte delle associazioni europee. Infatti si rischierebbe che i migranti non realmente necessitanti di asilo politico o i delinquenti vengano rispediti sulle coste, e così il flusso migratorio verrebbe fermato alle sponde libiche. Così facendo, però, la Libia non solo compie una scelta egoista, mandando chiunque in Europa, ma impedisce anche che con controlli accurati possano venire stanati gli scafisti.
In definitiva credo che, solo collaborando, autorità libiche e ONG potrebbero riuscire a salvare più persone, abbassare il flusso di criminali e incastrare scafisti; ma senza trovare accordi la situazione rimarrà invariata.

-GC

sabato 19 agosto 2017

Il mio mondo della moda



Il nuovo alleato del mare


7 agosto 2017 - Sos Aranzos, Olbia

Cari lettori,
come state? Io non potrei stare meglio: sono in vacanza in Sardegna con la mia famiglia e i miei amici e sono appena tornata da New York per una vacanza studio.
           
Comunque bando alle ciance era da un po' che ci pensavo o meglio che lo notavo ma da quando sono
arrivata in Sardegna ne sono sicura: è tornato il costume intero!

Non ha nulla a che vedere con il costume olimpico (quello che si usa per fare sport). Anzi il costume intero è proprio tornato più sgambato, scollato e decorato...



                     

Ho sempre visto il costume intero come una veste per persone di una certa età o comunque una sorta di nascondi pancia non proprio giovanile però devo dire che mi sto ricredendo.


Infatti il costume intero ha fatto un ritorno di fuoco tanto da poter essere considerato un grande alleato: 

ce n'è di tutti i tipi più sgambato, più scollato sul davanti o sul retro, arricchito con delle rouge, con i lacci, a stampe floreali o fruttate, a tinta unita o a righe e mille altre varianti unite al fatto che il costume intero rende la figura più slanciata, nascondendo anche un po' di pancetta (Qualora qualcuna la dovesse avere) e donandole più sensualità!



                 


Personalmente credo che sia uno di quegli acquisti che nell’armadio dell’estate 2017 dovrebbe esserci anche perché raramente ci ricapiterà di trovare stile e comodità in uno stesso capo… senza parlare della versatilità di questo tipo di costume: in pochi secondi indossando degli pantaloncini corti di jeans o anche dei jeans lunghi con qualche strappo, dei bei sandali con tanti lacci può diventare l’outfit giusto per un aperitivo in spiaggia in una calda serata di agosto!


                   

E con questo ritorno dell’estati 80’ e 90’ è tutto! Buona estate a tutti!
Al prossimo post💋
       Carly🌸

Il caldo va bene ma non le fiamme!


                     
10 agosto 2017- Sos Aranzos, Olbia
Cari lettori,
come state? Oggi vorrei parlarvi di qualcosa di diverso: gli incendi che hanno afflitto le regioni del centro-sud d’Italia.

                                             

Ma prima voglio farvi queste due domande: perché stanno scoppiando così tanti incendi? Cosa provoca questi incendi?

Siccome io faccio le vacanze ad agosto in Sardegna, una regione dove d’estate almeno tre o quattro incendi succedono, ho fatto qualche ricerca, mi sono informata a riguardo e ora voglio rispondere a queste domande.


Perché stanno scoppiando così tanti incendi?

Principalmente i motivi sono di tipo meteorologici: molto caldo e secco. Infatti questa estate sono state molte le regioni di tutta Italia ad essere state colpite dalla siccità causata da un’importante emergenza idrica. E proprio grazie a questa siccità che le fiamme di un incendio si sviluppano più facilmente, tralasciando il fatto della sua origine (ragioni accidentali o dolose). 


                      


Da cosa sono provocati questi incendi?

In primis c’è l’uomo che provoca questi incendi. Ovviamente molti non sono intenzionali, anzi accadono accidentalmente: le scintille che provoca un treno che frena, il mozzicone di una sigaretta che magari non è completamente spenta o anche l’uso delle lanterne cinesi durante le feste che prendono il volo e atterrano su dei campi provocando così un incendio.  


                                                     

 Insomma la presenza degli essere umani è un fattore che fa aumentare di molto la provocazione di 
incendi, infatti molti incendi accadono in zone turistiche.
Ovviamente accanto agli incendi accidentali ci sono anche quelli intenzionali. Infatti secondo Legambiente il 60 per cento degli incendi è causato volontariamente. Chi siano i responsabili quasi sempre è poco chiaro; infatti è più facile sorprendere persone che stanno per appiccare un incendio che i responsabili di un incendio già in corso o praticamente spento.


                                 



Sinceramente questa estate il fatto che ci sono stati numerosi incendi, mi ha un po' intimorito. Mi spiego meglio: mi ha intimorito non l’incendio di per se, anche perché facendo, come ho già detto, tutto il mese di agosto in Sardegna, sono “abituata” a sentire i canader (che sono gli aerei che spengono il fuoco) anche più volte al giorno o vedere vicino a casa mia del fumo, ma più che altro la quantità di incendi e il fatto che molti di questi fossero dolosi.

Secondo me chi fa partire questi incendi non si rende conto che la situazione potrebbe davvero scappare di mano, che far partire un incendio da un mozzicone di una sigaretta non spenta volontariamente non è un semplice atto vandalico, anzi insieme alla siccità di quest'anno hanno causato 26.000 ettari di terreno bruciato in tutto il centro-sud dell’italia.
Sono semplicemente basita dal fatto che qualcuno possa trovarci anche il minimo interesse nel far partire una cosa di questo genere.

E per ora è tutto. Passate bene questo ultimo mese di vacanze che poi si ricomincia!

Al prossimo post!💋

Carly🌸

NewsToday




Un mare di meduse

Chiunque abbia mai trascorso le proprie vacanze estive sulle coste della nostra 
penisola, godendosi anche qualche rinfrescante bagno in mare, è stato sicuramente almeno una volta urticato da una medusa. A favore della precedente affermazione è il fatto dell’aumento esponenziale di questo abitante delle acque: negli ultimi sei anni gli avvistamenti sono decuplicati!
A motivare l’esplosione della specie sarebbero il riscaldamento globale (le meduse preferiscono il caldo) e lo sfruttamento degli stock ittici, con cui vengono eliminati alcuni dei predatori marini di meduse.
I numeri parlano chiaro sull’”improvvisa” proliferazione dell’essere urticante, ma dai colori e forme graziosi: dal 2009 al 2015 gli esemplari avvistati sono passati da 300 a 3000, con i dati sulla riproduzione passati da 140 ad oltre 1200.
Ecco quindi le specie che potete trovare nei diversi mari italiani:







[ Dall'alto: pelagia, diffusa nelle profondità del mar Tirreno; aurelia, diffusa a nord del mar Adriatico; hizostoma pulmo, diffusa in tutto il Mediterraneo ]

Tuttavia, nonostante le alte temperature di quest’estate, i fortunati tra voi lettori che hanno prediletto per le proprie vacanze le isole Tremiti o Baia Sardinia, possono ancora godersi un bagno in tranquillità, mentre agli altri vacanzieri in Italia toccherà un vero e proprio mare di meduse.

-GC

venerdì 18 agosto 2017

ABBI RISPETTO



È un piacere parlare di nuovo con voi, lettori. Oggi sono qui per raccontarvi un fatto, accaduto circa una settimana fa, che mi ha colpito in maniera particolare. Si tratta di un atto spregievole e a dir poco crudele ma che, a quanto pare, non lo è stato a sufficienza: è infatti passato in secondo piano ricevendo solo articoli brevi, imprecisi e molto spesso fra loro profondamente dissimili. È appunto la leggerezza con cui è stato affrontato questo avvenimento che mi ha scosso così profondamente.

Tuttavia, procediamo un passo alla volta.

L'avvenimento di cui parlo è avvenuto a Terni. Si tratta della morte di una cane, abbandonato per settimane dalla sua padrona che aveva deciso di partire per il lungo mare della Sardegna. 

Il cane, un esemplare di chihuahua a pelo lungo di cui non ci è dato sapere il nome, era stato confinato sul terrazzo dell'appartamento. Per lui erano state lasciate due ciotole, una per l'acqua e una per il cibo, vuote e la saracinesca che separava la terrazza dall'interno della casa, era stata completamente abbassata. Il cane era così imprigionato, senza mezzi di sostentamento, sul piccolo balcone. Credo che possiate facilmente immaginare quale sia stato il destino del povero cane, viste le condizioni in cui era stato abbandonato. Il copro dell'animale, morto a causa della disidratazione, è stato rinvenuto qualche giorno dopo la partenza della padrona quando i vigili urbani, messi in alletra dalle guardie dell'ENPA (l'ente nazionale della protezione animali), sono finalmente riusciti ad entrare nell'appartamento. 

La proprietaria dell'animale è stata quindi condannata a diciotto mesi di reclusione forzata per uccisione volontaria di animali.

Credo che ad avvenimenti di questo genere si dovrebbe dare maggiore importanza, non solo perchè di anno in anno si presentano in numero sempre maggiore ma anche perchè credo che, se si scontinuasse a trattarli con "leggerezza", non si riuscirebbe a spingere le persone a pensare e a capire che la vita di un cane, o di qualsiasi altro animale, vale tanto quanto quella di un essere umano. 

Ci sono infatti moltissime persone che si comportano come i cani fossero un passatempo, un giocattolo di cui si sono stufati. Questi individui non danno alcun valore ai sentimenti, ai bisogni, alla vita dei loro animali e violano spudoratamente il loro diritto indiscusso di vivere maltrattandoli, abbandonandoli o facendo loro cose peggiori. 

Io non riesco a capire con quale coraggio, con quale crudeltà, si possa riuscire ad abbandonare un animale che, nella maggior parte dei casi, non farebbe mai lo stesso. Credo che abbandonare un vane o un animale sia come abbandonare un bambino a sè stesso e che sia di per sè una atto malvagio che solo una persona priva di un cuore possa compiere.

Dimostra che hai un cuore e abbi rispetto di tutto ciò che è vita.


Nelfa01

Healthy life

Sole a catinelle: attenti ai senior!


Buongiorno carissimi lettori,
                          è finalmente arrivata l’estate e con sé ha portato un bel caldo. Quale modo migliore di trascorrere una bella giornata se non una nuotata in mare? Ottima idea per giovani per ridurre il caldo e aumentare il divertimento con la famiglia e con gli amici. È bello essere giovani, pieni di energie e al massimo delle forze. Tutti noi ragazzi sappiamo cosa vuol dire andare al mare e divertirsi, i genitori prendono il sole sdraiati sui lettini e i vecchi nonni… beh dove stanno i nonni quando noi andiamo a divertirci? In estate molti anziani conducono la stessa vita di sempre: si alzano all’alba per comprare il giornale, vanno al supermercato, ascoltano il telegiornale e cucinano. Non tutti gli anziani però hanno le energie giuste per fare questi sforzi, soprattutto se la stagione in questione è l’estate. A meno che non si trovino in montagna è sempre meglio tenerli sotto controllo e aiutarli qualche volta a portare le borse della spesa al posto loro. 
Uno dei principali pericoli per gli anziani durante le stagioni calde e afose è l’abbassamento della pressione in particolare quando i nostri protagonisti assumono dei farmaci, infatti la combinazione tra calore e pastiglie può portare a malori e cadute pericolose. Guadagnarsi un trauma cranico o un femore rotto è uno degli incidenti più frequenti durante la bella stagione. Un altro dei “pochi” problemi degli anziani in estate è la mancata idratazione, dovuta al poco bere e all’esagerata sudorazione. Questa seccatura non va sottovalutata perché potrebbe causare dei problemi cardiaci e malori. A ribadire tutti i rischi dei nostri nonni è l’esperto Antonio Rebuzzi che afferma -contrariamente a quello che tutti ci aspettavamo - che gli sport troppo intensivi, come gite in montagna, per chi soffre di ipertensione (una condizione clinica in cui la pressione del sangue nelle arterie risulta elevata. Ciò comporta un aumento di lavoro per il cuore) sono da evitare. Infatti oltre ai mille metri di altezza la pressione corporea può salire e aumentare il lavoro del cuore che potrebbe richiedere molto più ossigeno. 
 Un altro pericolo che fa paura anche a noi giovani è l’infarto. Ci sono due rischi principali: il calore che abbassa la pressione e la sudorazione, attraverso la quale si ha una perdita di sali minerali che porta a aritmie cardiache con conseguenza l’arresto cardiaco o la morte. Ovviamente le passeggiate in compagnia e le pedalate in bicicletta sono sempre benvenuta a patto che avvengano con un senso di misura. 
Non sono da sottovalutare la noia e la solitudine.
La prima, infatti, potrebbe provocare la depressione e aggravare la demenza senile. La seconda potrebbe rendere gli anziani vittime di furti da parte di ladri o topi d’appartamento, è così consigliato non lasciarli mai da soli per troppo tempo, soprattutto quando si è in vacanza. 
Penso che tutti questi pericoli possano accadere sempre, non solo in estate. In particolare quando la causa è la noia o la solitudine, i nonni devono essere aiutati e viziati proprio come loro lo fanno per noi. Ricordatevi che anche loro hanno diritto a una bella vacanza e perché non farli sentire dei re dopo tutto quello che fanno loro per noi?

Cari lettori come avete letto questi incidenti accadono molto spesso, per questo invito voi a passare un pò più di tempo con i vostri nonni. 

Che ne pensate?
~ Nuvola ~

domenica 13 agosto 2017

QUANDO UNA GIORNATA COME LE ALTRE DIVENTA UN INCUBO

Risultati immagini per immagini ragazza marechiaro violentataIn questi giorni si è sentito molto parlare di un fatto accaduto a Napoli, precisamente a Marechiaro: dopo un anno dall’accaduto una sedicenne ha denunciato ai carabinieri una violenza sessuale di gruppo avvenuta in pieno giorno e compiuta da tre minorenni.
La ragazza si trovava con un gruppo di amici quando, con una scusa, il “branco” l'ha condotta in una zona più isolata vicino agli scogli. Lì i tre ragazzi l’hanno spogliata e violentata.
È stata lei stessa a scoprire chi fossero i suoi aguzzini, indagando su Facebook. Li ha riconosciuti e poi mostrati alla madre. Quest'ultima ha deciso di denunciare il fatto ai carabinieri, i quali hanno poi collaborato con la Procura dei minori.

In questo post però non vi voglio parlare in dettaglio della vicenda, ma su ciò che è accaduto dopo la denuncia...
La ragazza, quando ha saputo che i carabinieri avevano notificato ai tre minorenni accusati di aver abusato sessualmente di lei un avviso di garanzia, ha deciso di andare a vedere i profili di Facebook dei loro amici: ma di certo quello che ha letto non sono state parole di conforto.
Risultati immagini per immagini ragazza marechiaro violentataQualcuno di loro ha commentato ironicamente per quanto le era accaduto, ridendoci sopra e facendo battute di infima qualità. Altri avevano manifestato perplessità sul suo racconto mettendo in dubbio la versione fornita ai carabinieri.
Così la quindicenne ha voluto scrivere sul social network un post pubblico, senza restrizioni: «Siete ridicoli, ma nel vero senso della parola. Io non vi auguro assolutamente quello che è successo a me, però almeno non rideteci sopra, perché così facendo la ruota gira».
La ragazza è stata bombardata di messaggi, tutti in presunto dialetto napoletano, zeppi di volgarità. Lei li ha cancellati di volta in volta, ma subito ricomparivano. Così alla fine, ad uno ad uno, ha bloccato tutte quelle persone che non solo difendevano i ragazzi, ma che la offendevano e la minacciavano di morte.
Per ora il processo l’hanno fatto i social alla vittima. Che ha cancellato il suo profilo Facebook.
Non sapendo il dialetto napoletano, non ho potuto capire con precisione di cosa parlassero i messaggi, ma di certo il comportamento di questi ragazzi è del tutto inaccettabile.
Partiamo dal presupposto che i tre aguzzini abbiano raccontato la loro versione dei fatti ai propri amici e che questi ultimi abbiano deciso di scrivere su Facebook la propria opinione, ma non è questo il modo in cui farlo. Quando accade un fatto come questo, o anche un semplice litigio, bisogna ascoltare entrambe le parti e capire chi potrebbe essere il più veritiero. Inoltre non perché si è amici e ci si fida di una persona bisogna difenderlo anche se ha torto. In questo caso la violenza sessuale è avvenuta, e di certo non è una cosa da poco.
Risultati immagini per cyberbullismo Ci sono state alcune ragazze che addirittura hanno incolpato la sedicenne di essere “una poco di buono” e di averli spinti lei a farle ciò. Se fosse successo davvero così, la ragazza non avrebbe denunciato il fatto ai carabinieri e aspettato così tanto, ovvero un anno, per raccontare il fatto ai propri genitori.
Sono tutti capaci a scrivere da dietro uno schermo, a insultare una persona che neanche si conosce, a fare gli “avvocati della situazione” in un fatto che neanche si è stati partecipi. Vediamo se questi ragazzi, uno a uno, di fronte alla ragazza, o anche davanti ai carabinieri hanno il coraggio di dire davvero quello che pensano. Forse ce ne saranno alcuni, ma saranno una minoranza. Risulteranno dispiaciuti, si scuseranno per quello che hanno scritto sul social network e niente di più. Fine. Come se niente fosse accaduto.
Ma i ricordi non si possono cancellare. E spesso feriscono più di una spada.
#Christye14

giovedì 10 agosto 2017

Crescere viaggiando nel mondo




Ciao a tutti ragazzi! 
Finalmente, dopo settimane di assenza, rieccomi di nuovo sul blog per un nuovo post. In vacanza, il tempo vola…Come proseguono le vostre vacanze? Le mie benissimo, e voglio godermele fino all’ultimo giorno. In questo nuovo post, vi voglio raccontare una vacanza unica che ho vissuto con i miei compagni di classe verso uno dei posti più belli al mondo, seconde me. Avete mai sentito parlare della “Grande mela”? Avete capito dove sono andata? Ebbene sì, proprio a New York. Ogni anno, durante l’estate, la nostra scuola organizza vacanze studio di due settimane in college, in una delle città dell’America, per fare pratica e aiutarci a migliorare il nostro inglese.
Siamo partiti domenica 23 luglio e appena arrivati negli USA abbiamo dovuto superare tutti i controlli. Al nostro arrivo, appena usciti dall’aeroporto, ad accoglierci c’era un mini van che ci ha portato direttamente al college; qui abbiamo conosciuto il nostro assistente in loco, Andrea. Arrivati al college siamo andate nelle nostre stanze; io ero in camera con le mie compagne Carlotta, Clarissa e Giulia. La prima sera siamo andate a letto presto perchè il viaggio è stato abbastanza lungo e il giorno dopo la sveglia era presto: anche in vacanza, dovevamo andare a scuola. La nostra giornata tipo era suddivisa in diversi momenti: la mattina una colazione veloce e poi lezione in lingua americana, pranzo e nel pomeriggio visita alla città di NY. Ogni giorno si utilizzava la metro ed ero un po’ spaventata all’idea, perchè con tutto quello che sta succedendo nel mondo nell’ultimo periodo, la paura di spostarsi e di girare con i mezzi pubblici in una megalopoli come NY è sempre più elevata. Il primo quartiere che abbiamo visitato a New York è stato Times Square sulla 42St. è stato davvero molto affascinante alzare lo sguardo verso il cielo e vedere questi grattacieli immensi che si allungavano verso il cielo. Mi ha emozionato molto l’Empire State Bulding, soprattutto perché in soli 10 secondi siamo saliti all’80simo piano; la vista su tutta la megalopoli di NY era davvero incredibile e mozzafiato: brulicare di macchine e persone, una distesa di grattacieli, luci colorate e suoni. Un altro mondo rispetto alle nostre città.
Un altro pomeriggio l’abbiamo trascorso al 9/11 Memorial Museum, che si trova presso il New World Trade Center, dove un tempo sorgevano le Twin Towers, distrutte durante gli attentati dell’11 settembre 2001.   Questo spazio è gestito da un’associazione che vuole
ricordare e onorare le migliaia di uomini, donne e bambini uccisi dagli attacchi terroristici e riconoscere la resistenza di coloro che sono sopravvissuti, il coraggio di coloro che hanno rischiato la vita per salvare gli altri, e la compassione di tutti coloro che ci hanno sostenuto nelle nostre ore più buie.
In questi anni di terrore e paura è importante riaffermare il rispetto della vita, ma soprattutto preservare la libertà di ciascuno di noi!
Entrare in quel luogo e osservare i resti di quello che è rimasto di quella tragica giornata è stato davvero toccante ed emozionante, non vi nego che mi ha messo un pochino di angoscia quella sala piena di foto di tutti i morti o dei vestiti che sono rimasti intatti.  Non dobbiamo lasciare che la paura del terrorismo vinca sulla nostre vite e sulla nostra libertà, ma dobbiamo riuscire  sconfiggere insieme questo odio e questo male che sempre più spesso colpisce le nostre città.

Questa vacanza a New York è stata davvero stupenda, sia per la compagnia, sia per tutto ciò che abbiamo visto e visitato. NY è una delle città che mi ha colpito di più sotto ogni aspetto e per questo, cari ragazzi, io vi consiglio di andare a visitare, almeno una volta nella vita, la grande mela. Sono sicura che, una volta vista, vi entra nel cuore e ci tornerete sicuramente!
la vostra MartyPsico

lunedì 7 agosto 2017

Goodbye "Lighting Bolt"

Gli ultimi 100 metri della carriera di Usain Bolt non si sono chiusi con un oro ma con un bronzo, strappato con i denti dal giamaicano che ha dovuto piegarsi alla velocità di Coleman (medaglia d'argento) e alla forza di Gatlin (medaglia d'oro) che con prepotenza si è andato a conquistare il titolo mondiale negli ultimi metri.
Bolt, apparso lento e macchinoso già nelle semifinali, ha confermato le impressioni di tutti in finale. Dopo una partenza così e così, ha provato a recuperare su Coleman che sembrava destinato alla vittoria ma, come si suol dire" tra i due litiganti il terzo gode", nel finale è prevalso l'altro americano, Gatlin che ha portato a casa un oro che gli mancava da molti anni, zittendo l'intero stadio che lo aveva fischiato prima della gara. 
Dopo il traguardo Bolt, da vera leggenda, è andato subito a congratularsi con il vincitore che però, a sorpresa di tutti, si è inginocchiato davanti al giamaicano, venerandolo come una divinità. Il pubblico, di seguito,  ha dato l'addio a Bolt con un tripudio di applausi.
Non penso che Bolt e Gatlin, come tanti altri protagonisti del mondo dello sport, siano amici inseparabili, ma penso che questo gesto sia prova del rispetto che può correre tra due avversari. 
Gatlin inginocchiandosi ha, a mio parere, dimostrato di essere un vero uomo che, nonostante la rivalità, é  in grado di saper ammettere, umilmente, la supremazia altrui.
Altri sportivi, tra cui soprattutto i calciatori, dovrebbero prendere esempio da lui e capire quando è il momento di mettere da parte l'orgoglio per lasciare spazio all'umiltà verso il proprio "nemico".

                                   


                                                                                                                                         Andre01

mercoledì 2 agosto 2017

QUANDO L'AGONISMO ANNEBBIA IL CERVELLO

Durante la partita amichevole di pallacanestro tra Italia-Olanda, Danilo Gallinari (noto cestista italiano) rifila un pugno ad un avversario, il quale precedentemente aveva colpito con una manata il cestista italiano e, giustamente, l’arbitro ha deciso di espellere fino al termine della partita i due giocatori.
Purtroppo però, al termine della partite si verrà a scoprire che quel gesto costerà a Gallinari la frattura della mano e la perdita dell’europeo.

IL MIO PENSIERO
Non giustifico il gesto di Gallinari ma, secondo me, l’arbitro doveva prestare più attenzione anche al comportamento dell’aversario olandese: infatti se egli avesse fischiato un fallo, Gallinari non avrebbe (almeno spero) reagito in maniera violenta
La violenza nello sport non è mai una cosa giusta e credo che sia giusto, oltre ad avere provvedimenti sul campo, anche multe fuori dal campo.
Gallinari era considerato anche come un idolo da migliaia di ragazzi amanti del basket, i quali lo guarderanno forse in maniera diversa
Poche ore dopo, il “Gallo” si è scusato sui propri profili social con i propri tifosi, compagni di squadra e allenatore ammettendo il proprio errore, ma basterà per farsi perdonare dal popolo italiano che dovranno assistere ad un Europeo più doloroso?

   
                                                                                           


                              Mr. D

martedì 1 agosto 2017

Chi comanda veramente?

Durante la notte tra il 17 e il 18 luglio c'è stato un terremoto di magnitudo 6,7 nell'isola greca Kos e nella città turca Bodrum.
Le scosse si sono propagate lungo il fondale marino provocando perciò onde violente e forti che hanno fatto pensare ai turisti e agli abitanti che si trattasse di uno tsunami.
Sfortunatamente ci sono stati due morti e 200 feriti e questo episodio ha seminato il panico in molti turisti che si sono recati in aeroporto per tornare a casa.
Ovviamente penso che sia stato un momento terribile per chi l'ha vissuto, ma riflettendoci bene ho potuto constatare la forza che la natura ha. Molto spesso l'uomo crede di sovrastarla, ma non credo sia così. La natura è più forte, comanda sulla Terra e personalmente sono dell'idea che l'umanità si dimentichi di essa. Della paura che mette e del suo potere.
Credo che essendo l'uomo la specie che "governa" il mondo, essere sottomesso da qualcuno o qualcos'altro di molto più forte e di indomabile sia spaventoso.
Naturalmente quando accadono questi episodi si prova dispiacere per le vittime, ma credo che possano essere visti come dei veri e propri segnali che la natura dà per ricordarci di chi comanda realmente.
Voi che ne pensate?
                                                                                                                                                         LT