lunedì 23 febbraio 2015

Cosa ci guadagni se ti lasci travolgere dalla rabbia?

Dal mio punto di vista è buona cosa saper gestire la rabbia perché, se non se ne è in grado, oltre a fare una cattiva impressione, si rischia di passare dalla parte del cattivo.
Oltretutto, se non sei in grado di gestire la rabbia, la persone non vorranno più parlare con te, avranno paura delle tue reazioni o addirittura ti riterranno antipatico.
Avere reazioni violente può farti acquisire una brutta reputazione e metterti in cattiva luce; e, fidatevi, è poi difficilissimo levarsi di dosso il ruolo che ti assegnano tutti gli altri, soprattutto se fai una cattiva impressione agli insegnanti e sono loro a etichettarti.
Un altro motivo per cui è importante sapersi controllare consiste nel fatto che è sinonimo di sicurezza e di forza.
Se sei in grado di gestire la rabbia, non avrai problemi in nessuna situazione perché sarai in grado di controllarti e affrontarla nel migliore dei modi.
Di conseguenza, penserai sempre prima con la testa che con i muscoli ed eviterai di fare brutte figure.
Soprattutto, se penserai prima con la testa, riuscirai a capire come rispondere e quando.
Saper gestire la rabbia e controllare le proprie azioni e risposte è estremamente importante non solo per noi ma anche per le persone che ci stanno intorno; in questo modo, oltre a non fare la figura dell'irresponsabile, riusciremo a dimostrare di avere il controllo della situazione e di noi stessi.
Penso infatti che sapersi controllare sia anche una soddisfazione personale.

-Giuly-

domenica 22 febbraio 2015

Guerra chiama guerra: è ora di finirla!

A parer mio le guerre sono sempre ingiuste. Infatti trovo che, se gli uomini parlassero civilmente tra loro, esse potrebbero essere evitate. Tutto ciò, però, non potrà mai verificarsi a causa della limitata intelligenza umana, che generalmente porta l'uomo a fare scelte sbagliate. 
Al giorno d'oggi, in molti Paesi del mondo, sono ancora in corso guerre che provocano quotidianamente molti feriti e morti. Gli abitanti della Birmania, dell'Egitto, della Tunisia, dell'Iraq, dell'Afghanistan, dell'Ucraina e della Nigeria, ad esempio, sono costretti a vivere con la costante paura di essere uccisi. 
I rancori che si sono creati tra i vari popoli e all'interno dei popoli non potranno mai scomparire definitivamente. Tuttavia, deponendo le armi e stipulando accordi di pace, ritengo che potrebbero diminuire.
Trovo comunque giusto che, quando un popolo viene attaccato dalla prepotenza di un altro popolo, esso si debba in qualche modo difendere, così come hanno fatto le poleis greche contro i Persiani.

Ivan

lunedì 2 febbraio 2015

Cara adolescenza

                                                                                                                    Treviglio, 1 febbraio 2015

Cara Adolescenza, 
                              
                     ti scrivo per farti sapere che, sai, non mi stai facendo una bella impressione. Tecnicamente dovrebbero essere gli anni migliori della vita di noi ragazzi, in pratica sono pieni di delusioni, obiettivi non raggiunti, amori impossibili e la costante paura di non essere "abbastanza".
Mi chiedo se fai così solo per me o è un comportamento che hai con tutti.
A sentire i miei genitori loro ti amano, vorrebbero continuamente tornare da te;  forse era un periodo diverso o una situazione diversa, ma non capisco come mai io non abbia tutta la fortuna che hanno avuto i Miei. Loro uscivano, andavano al mare e trovavano sempre un posto, un animale o un tramonto che li facesse re-innamorare ancora. Più della prima volta e delle volte precedenti. Ecco, loro vivevano così. Vivevano alla luce del sole e della luna. Ogni occasione era buona per festeggiare. Vivevano un po' più liberi, un po' più profondamente, senza problemi; certo, magari  avrai portato anche a loro delle delusioni... molto leggere, ma gliele avrai portate.
Sai, Adolescenza, glielho chiesto: loro rifarebbero tutto da capo!
Per quel che mi riguarda, quando tu porti una delusione, sembra la fine del mondo. Ogni volta più pesante della prima. Ed è dura da sopportare: ci sono giorni in cui vorrei stare chiusa in camera senza più uscire. Con le ali incatenate al muro.
Altri giorni invece vorrei andare al mare, in montagna. Vorrei volare. Partire e non tornare più. Io amo viaggiare: mi piace cambiare tutto per un po'. Scoprire sempre nuove cose. Nuovi posti. Nuovi tramonti. Non mi piace stare a casa a letto, ma tu, a volte, mi distruggi talmente tanto da farmi scordare tutti i sogni che ho: anzitutto quello di andare via finita la scuola. E poi innamorarmi. Viaggiare. Voglio studiare e conoscere tutto. Fare foto ai tramonti. Amo i tramonti. Amo la notte mi fa pensare. Come adesso che, al chiarore delle stelle, rifletto su questa lettera che sto scrivendoti. Amo la luna. Amo i libri e la cioccolata calda. Amo tante cose, ma non amo te.
Adesso non ti amo, magari fra un po' di tempo ti amerò... quando avrò qualcuno a cui raccontare tutto. Le belle e le brutte cose. Ciò che mi spaventa e ciò che mi fa ridere. Ciò che avrei voluto fare ma non ho mai fatto per troppa paura. Ciò che farò
Vorrei che tu capissi quanta vita ho dentro che non  riesco a vivere per paura di una tua delusione. Ho davvero tanta vita da vivere. Quindi, ti prego, fammela vivere e portami meno delusioni, o meglio: delusioni meno pesanti da sopportare. Portami un dolore gestibile. Uno che riesco a combattere. Uno che poi scorderò da grande oppure uno che mi rimarrà dentro per sempre. Come un ricordo prezioso dal quale non mi posso staccare perché è troppo vivo dentro di me. Dammi forza. Dammi felicità e sii meno crudele con me.

Ti prego,
                                                                                                                                                 Alessandra

domenica 1 febbraio 2015

Satira: con o senza limiti?

La satira è un qualcosa di non molto definito.

Il suo compito è quello di mettere sul ridere molti fatti e di ridicolizzare i potenti e le persone in

generale cercando di non essere troppo pesante nei confronti di chi la subisce.

Il vantaggio della satira è quello di strappare sorrisi alla gente purché fatta senza esagerazioni.

In questo mese si sono consumati due attentati in Francia a danno di alcuni vignettisti che avevano

fatto scalpore con i loro disegni all'interno della comunità islamica.

I disegnatori di Charlie Hebdo avevano deciso di pubblicare alcune caricature rappresentanti il

profeta dell'Islam.

Secondo me la satira deve essere fatta da persone abbastanza intelligenti da capire dove sia il

limite di sopportazione del "bersaglio" in questione.

I vignettisti che si ostinano a provocare clamore, secondo me, sono liberi di farlo a loro rischio e

pericolo.

La satira per me non è negativa; sono le persone che la fanno ad utilizzarla spesso in modo

offensivo.

R.

Rosso: il colore della passione

Il vecchio uscì dalla stanza, lasciando una sorta di malinconia e di

lieve stupore tra gli anziani uomini riuniti intorno a quel tavolo.

Il segretario lo accompagnò attraverso il lungo e buio corridoio fino

ad arrivare ad una grande terrazza e lo lasciò solo.

L'uomo, triste e pensieroso, si lasciava bagnare dalla pioggia mentre

beveva una tazza di caffè bollente ed osservava l'orizzonte chissà

pensando a cosa.

Ecco che egli si accorse che proprio nel giardino sottostante, anche

se ricoperto di nebbia, si poteva osservare una strana incisone su un

grande albero vecchio...

L'uomo scese lungo la scalinata esterna, scricchiolante e

arrugginita, e vide che da quell'incisione spuntava una bella rosa

rossa ormai un po' appassita. Di fianco vi era un biglietto, giallo e

invecchiato, scritto con una bella grafia che diceva: "Caro mio, mi

spiace di non averti confessato tutto prima. Mi sono accorta solo

ora che quel bel tedesco non faceva per me… La ricchezza e la

vanità avevano, a quel tempo, annebbiato i miei sentimenti. Sai, io ti

ho sempre tenuto nel cuore. Ora è arrivata la fine del mio percorso...

Son sicura che ci rivedremo". C'era una firma un po' sbiadita in fondo a quella

Lettera. Il vecchio non si sbagliava ed aveva letto proprio bene....

era il nome di Fiorenza! Lei gli aveva lasciato un indizio dove trovare

il luogo del suo prossimo messaggio. Biglietto dopo biglietto il vecchio arrivò

alla meta. L'ultima tappa era a dir poco incantevole: un magnifico

prato di rose rosse. Poteva sembrare strano ma l'uomo sentì il bisogno di

lasciarsi andare e si addormentò.  In questo modo raggiunse


Fiorenza porgendole una rosa...

Fede