lunedì 30 novembre 2015

IL DIRITTO DI NON AVER PAURA



Ancora una volta abbiamo assistito ad un atto terroristico da parte di cellule legate allo stato islamico dell'ISIS, le quali hanno colpito Parigi in ben tre zone diverse della città.
L'attentato non era indirizzato contro obiettivi strategici, ma contro povere persone che stavano trascorrendo serenamente la propria quotidianità.
La Francia ha immediatamente adottato misure restrittive della libertà come perquisizioni personali e limitazione all'ingresso nel proprio Paese, oltre ad aver bombardato diverse volte la capitale dello stato islamico; i francesi hanno avuto anche l'appoggio della Russia in questi bombardamenti. Da una parte questo ha dato il via ad alcune considerazioni riguardanti il diritto alla libertà delle persone che è stato ottenuto dopo battaglie ideali, e non solo, durate alcuni secoli in Europa.
Bisogna mettere sul piatto della bilancia da una parte il diritto che una persona ha di circolare e di esprimersi, dall'altra il diritto di ognuno alla sicurezza personale. Questi sono entrambi diritti fondamentali, ma in queste occasioni occorre rinunciare a una parte dei propri diritti se si vogliono
salvaguardare gli altri. Questo non significa privarsi di questi diritti, ma significa solamente limitarli temporaneamente per poterli riavere in situazioni di maggior tranquillità.
D'altronde bisogna ricordare che vivere in una comunità porta necessariamente a dover limitare i propri diritti perché potrebbero scontrarsi con quelli di altre persone; quindi, in qualsiasi nazione è già presente una certa limitazione. Quindi personalmente ritengo che limitare qualche diritto per avere maggior sicurezza in periodi come questo sia la cosa migliore da fare e comunque non comporta una drastica riduzione della libertà, ma questa sospensione dei diritti consisterà solamente in controlli più accurati. La libertà di espressione non credo possa venire meno perché sui social
network le persone continuano a scrivere quello che vogliono, ma verranno solamente controllate più
strettamente le affermazioni che rappresentano minacce o insulti.
 -Giovanni

domenica 29 novembre 2015

Lettera agli abitanti del pianeta Terra


K402b
17-11-15

Indirizzato alla civiltà aliena del pianeta Terra,

                                                  sono Xetron, sovrano di K402b, e parlo a nome di tutti gli abitanti del mio pianeta distante circa 2000 anni luce dalla Terra.
Siamo venuti a sapere del vostro interessamento verso il nostro pacifico pianeta e quindi vi inviamo questa lettera per soddisfare le vostre curiosità.
Innanzitutto siamo un pianeta abitato da circa 15 miliardi di abitanti è formato da un’unica grande città chiamata Mednat, costituita da altissimi grattacieli e attraversata da molti fiumi nati da sorgenti sotterranee.
La nostra grande metropoli, che copre l’interna superficie di questo piccolo pianeta, è pacifica e al suo interno convivono circa 15 etnie quasi completamente diverse che in comune hanno solo la religione e la lingua. 
La nostra popolazione è incruenta e la ricchezza è distribuita quasi equamente su tutto il pianeta-città, infatti non esiste alcun genere di criminalità poiché tutta la popolazione ha il denaro necessario per sostentarsi. 
Le nostre materie preziose sono l’oro e i diamanti, come sulla Terra, ma non possediamo nessun giacimento di petrolio perché, anche se il nostro sottosuolo ne è ricco, lo riteniamo un materiale dannoso per la salute e quindi preferiamo l’energia elettrica che viene prodotta principalmente dai pannelli solari, meno economici ma sicuramente meno tossici per l’ambiente e per noi stessi.
Negli ultimi anni vi abbiamo osservato attentamente e abbiamo scoperto che, oltre ad essere molto simili come corporatura a voi, in alcune zone del vostro pianeta ci sono in atto guerre tra etnie diverse che si combattono anche se hanno molte cose in comune. Quindi ci è venuto in mente un quesito molto importante da porvi: "ma se le tutte le persone sul vostro pianeta guardassero ai punti in comune con gli altri e non guardassero solo alle differenze, non ci sarebbe la pace anche da voi?"
Con questa importante domanda vi salutiamo e vi auguriamo pace e prosperità.
Cordiali saluti,


Xetron

sabato 28 novembre 2015

Maggheconne

Maggheconne  
17 Novembre 2015
Cari terrestri,
                 oggi vi scrivo dal mio pianeta Maggheconne, che si trova a 15000 anni luce da voi.
Noi maggheconnesi abbiamo le sembianze umane, solo che noi in più possiamo volare e diventare invisibili. Su questo pianeta, non poco più grande della Terra, siamo in 5000 abitanti. Ebbene sì, siamo pochissimi. Viviamo su questo paese da 70 anni. 
I nostri nonni si erano trasferiti su questo pianeta a causa di una guerra scoppiata sul pianeta Ananax. Furono costretti a fuggire perché nel giro di due giorni si sarebbe autodistrutto.
Gli uomini che sono fuggiti hanno trovato per caso questo pianeta mentre si stavano dirigendo verso il sistema solare. Fondarono così il pianeta Maggheconne.
Il nostro pianeta è ricoperto per il 70% dalle terre e il restante 30% è coperto da acqua. Di questo 30% solamente il 10% comprende le acque dolci, il resto è acqua salata.
Sul nostro pianeta non dobbiamo pagare per vivere: tutto è gratis! 
Non capisco perché voi umani dobbiate pagare per vivere.
Noi qui barattiamo solo per le cose che la natura non riesce a riprodurre velocemente, come ad esempio il petrolio che utilizziamo raramente, o per farci aiutare nella costruzione di una casa dato che servono più persone per costruirne una, "regaliamo" sempre qualcosa in cambio del loro aiuto.
Per quanto riguarda i prodotti alimentari e quelli per la cura della propria persona, esistono dei discount dove è fornito di tutto per poter sopravvivere.
Non utilizziamo molta tecnologia, ma le nostre macchine funzionano per mezzo di energia elettrica e le nostre scarpe si allacciano da sole. Utilizziamo i telefoni solo per contattare amici. Non utilizziamo social e non siamo ossessionati da videogiochi.
I nostri adolescenti adorano sfruttare il tempo libero insieme all'aperto, perché qui a Maggheconne non è mai inverno. Viviamo perennemente in un clima estivo, e questo non ci dispiace affatto! 
Ci piace moltissimo passare il tempo libero in spiaggia, ciò perché le nostre spiagge sono caratterizzate da acque cristalline e sabbia bianca, una flora e una fauna molto vaste affascinanti.
Devo dire però che anche il nostro pianeta ha dei contro, non siamo perfetti, anche noi abbiamo i nostri difetti. Ad esempio molti politici del nostro governo non fanno il loro lavoro seriamente. Il fatto che siamo pochissimi su un'area così vasta è un altro problema. Infatti la nostra crescita demografica è pari a 0 e le morti stanno superando le nascite. 
Credo quindi che dovremmo iniziare ad accogliere da altri pianeti altri individui che ci aiuteranno a tenere questo pianeta "vivo". 
A parte questo aspetto, devo dire che il nostro stile di vita comparato al vostro è migliore. E mi sto ancora domandando perché voi umani siete gli unici individui del vostro pianeta a dover pagare per vivere.
Aspettiamo una vostra risposta 
                                                                                               Saluti,
 gli abitanti di Maggheconne 
                              

mercoledì 25 novembre 2015

Lettera dallo spazio

Buongiorno insignificanti umani,
                                                    sono Barbie, la regina del pianeta da cui vi scrivo: Toys. Da sempre cercate di studiare le caratteristiche della nostra stella che chiamate con una sigla fin troppo complicata anche per voi. Beh, ora vi darò qualche informazione per farvi smettere di mandare navicelle e satelliti che disturbano la nostra quiete. Il  nome che la mia bellissima quatrisnonna ha dato a questo pianeta sintetizza la sua principale caratteristica: siamo tutti giocattoli! Sí, proprio quelli che avete sulla Terra: automobili, camion, bambole, pupazzi, animali, etc. Ma  prima di iniziare a bombardarci accusandoci di inquinare l'universo, dovete sapere che quasi tutti i giocattoli sono fatti di materiali riciclati, tranne ovviamente quelli di qualità come  me. 
Non siamo un pianeta esteso come quello umano e quindi abbiamo un' organizzazione semplice e gerarchizzata:
- il capo assoluto sono io, Barbie;  poi ci sono Ken e i funzionari che per la maggior parte sono bambole e bambolotti eletti dal popolo;
- di seguito ci sono i giocattoli ricchi, che sono quelli più costosi e meglio vestiti;
- quelli restanti sono tutti generalmente  fatti di legno o di tessuto e sono la classe sociale più bassa.
Nonostante questa scala sociale, non sfruttiamo mai nessuno ma siamo una comunità unita basata sul manuale d'istruzione: ognuno fa ciò per cui Babbo Natale lo ha creato. Quando un giocattolo su Toys muore, la sua anima va nel paradiso dei giocattoli (situato al polo Nord dove vive Babbo), mentre il suo "corpo" viene inscatolato e spedito al vostro pianeta dove poi é messo in vendita. È come se avessimo due vite! 
Toys è un pianeta coloratissimo, pieno di allegria e solidarietà, in cui tutti sono felici. La sede politica, amministrativa, economica e la mia casa sono situate nel mio enorme castello rosa shock al centro del pianeta.
Penso di avervi detto tutto, anzi anche troppo, e quindi vi saluto: arrivederci dalla regina di Toys,                        
Barbie

martedì 24 novembre 2015

Kalotaritissa: un paese nel mare


Nella piccola isola di Donoussa (una delle tante isole greche nell'arcipelago delle piccoleCicladi) si possono trovare solamente due paesi che, più che paesi, sono paesini. Uno, che si può intendere come la "capitale" dell'isola è il paesino più abitato, anche se non raggiunge i 100 abitanti. Il suo nome è Chora: tutti i principali paesi delle isole delle piccole Cicladi sono chiamati Chora. Nell'isola,oltre a Chora e al piccolissimo paesino di Kalotaritissa (che è possibile raggiungere solamente a piedi attraversando il monte principale dell'isola) si hanno numerose spiagge con spazio sufficiente per i campeggiatori.

Di sera si può vedere come tutti i campeggiatori si muovano verso i due paesi riempiendoli di "vitalità" e varietà di culture: infatti,  nei vari ristoranti dell'isola, si possono trovare dagl'Italiani agli americani.

La sera è presente una linea di bus che porta dalla Chora alle spiagge e ritorno, così da consentire ai campeggiatori di non dover camminare con il buio "primordiale" che conquista il paesaggio,e ai residenti della Chora di muoversi più agevolmente per il ritorno a casa.

I problemi iniziano per chi vuole visitare il paesino di Kalotaritissa, perché, nonostante alla sera ci sia il bus per il ritorno, durante le ore diurne non è presente per motivi a me sconosciuti, perciò i turisti devono attraversare il monte Papas, il monte più alto dell'isola, per poi scendere dal versante opposto e costeggiare il mare per arrivare a Kalotaritissa.

Io e la mia famiglia eravamo curiosi di visitare il luogo e le sue spiagge, quindi decidemmo di fare quel viaggio che si dimostrerà alla fineun vero capolavoro.

Ricordo che era un mercoledì quando partimmo dalla nostra casa sulla spiaggia del porto della Chora, pronti e carichi per affrontare il viaggio.

La prima parte del viaggio consisteva nel lasciare il paese e raggiungere il versante sud del monte; fin lì tutto facile, ma la fatica si iniziò a percepire quando iniziammo a percorrere il sentiero che porta in cima al monte.

La fatica si sentiva ma fortunatamente arieggiava un vento mica male, del tipoche, se non stavi attento, faceva perdere l'equilibrio e ti ritrovavi a terra.

Nell'arco di un'oretta, immersi in un paesaggio montuoso con una vegetazione per lo più brulla con capre che pascolano tranquille, arrivammoalla cima del Papas.

La vista è spettacolare e, a mio parere, ti riempie il cuore e l'animo di una serenità paurosa. Inoltre era possibile vedere le altre isole delle piccole Cicladi: davanti a noi la piccola Koufonissi, ai lati i due giganti Naxos e Amorgos e poco lontano da Koufonissi l'isola archeologica, Kedros.

Fatta una breve pausa e le dovute foto, ci rimettemmo in cammino, percorremmo il sentiero che porta giù dal monte per il versante nord e che costeggia il mare e porta infine all'ambita meta. Per percorrere tutta la strada ci impiegammo circa un'altra oretta, ma il risultato fu un piccolo paese dipendente dalla Chora che da soli sette anni aveva la corrente elettrica. Si potevano ammirare le piccole coltivazioni di vecchi uomini e donne che per me rappresentano un po' il passato nel presente.A Kalotaritissa ci si poteva rifocillare all'una o alristorante del paese gestito da un'anziana vedova che cucinava piatti tipici greci e qualche piatto mediterraneo.

Gli abitanti, oltre a gestire piccole coltivazioni, erano "tutti" pescatori. questo il motivo per cui, secondo me, Kalotaritissa è un paesino "coccolato" dal mare, visto che sorge sulla penisola da cui prende il nome che, oltre a scandirne il paesaggio, è la fonte principale di lavoro degli abitanti.


M. Bonora

sabato 7 novembre 2015

SOGNO O SON DESTO?

Ecco un altro giorno di scuola. Il weekend è passato troppo velocemente e, come al solito, mi sono dimenticato di puntare la sveglia. Di fretta e furia sono uscito da casa mia con una brioche in mano, ho inforcato la mia bicicletta e ho pedalato alla massima velocità, mentre ingoiavo la mia colazione. Per poco non stavo investendo il mio amico Tommy che, come me, era in ritardo. Siamo arrivati all'entrata della scuola e siamo scattati verso la nostra aula, sperando che il professore di scienze non fosse ancora arrivato. Ma c'era troppo silenzio per i miei gusti. Di solito le nostre grida si sentono fino alla piazza di fronte al municipio, proprio accanto alla scuola. Per fortuna non era arrivato. In compenso ci siamo beccati un altro problema. Il più bravo della nostra classe, che si vantava fin troppo dei suoi voti, si è avvicinato sbattendoci il libro di scienze in faccia e, con la sua aria da spavaldo ci ha chiesto: "Vi ricordate che abbiamo la verifica di ecologia all'ultima ora, vero? Di sicuro non avete studiato come al solito. Al contrario io so tutto e prenderò il massimo dei voti. Non lodatemi, lo faccio già io da solo". E dopo questa frase entusiasmante, se ne è andato verso il suo banco, ridacchiando divertito. Sinceramente, non ci interessava proprio dei suoi voti o di quanto aveva studiato. La certezza era che non sapevamo proprio niente, e ci saremmo beccati un' insufficienza. La seconda per l'esattezza. I bigliettini non bastavano. Era un argomento troppo complesso e di sicuro le domande sarebbero state difficilissime. Ma per fortuna ci eravamo dimenticati che avevano sposato l'orario scolastico, e avevamo un po' di ore per prepararci alla verifica. Le ore erano passate veloci, ed era arrivata l'ora che in tutti i modi avevo cercato di cancellare dalla mente, ma era arrivata. Nelle ore precedenti non avevo potuto fare un granché. La mia mente era come dispersa in un posto completamente sconosciuto e vuoto, senza la capacità di farla ragionare. L'agitazione prese il sopravvento. Stavo ancora pensando sul da farsi, che il professore è entrato in aula, con in mano dei fogli. Le nostre verifiche. Ce ne ha consegnata una ad ognuno, con accanto un secondo foglio contenete le domande. Ci ha augurato buon test, e ci ha detto, inoltre, che avremmo avuto un'ora per completarlo. Da quel momento il silenzio è diventato più fitto, erano tutti intenti a scrivere o a ragionare sulla risposta migliore da dare. Ero nel panico. Non sapevo che fare. Ma ad un tratto, leggendo la lista delle domande, ce n'era una che mi ha fatto venire in mente un'idea. Passata mezz'ora, mi sono alzato dalla sedia e sono andato dritto alla cattedra, con il foglio in mano, completamente vuoto. Gliel'ho consegnato. Il professore l'ha guardato: "Lo sai vero che hai lasciato questo pezzo di carta completamente in bianco? Come pensi di prendere un buon voto?" Io mi sono girato: "L'ultima domanda non chiede di spiegare dei modi per applicare l'ecologia? Io l'ho fatto. Non ho scritto niente su quel foglio, così ho salvato un albero." È rimasto scioccato. Non si era aspettato una risposta del genere. "In questo caso, grazie alla tua eccellente risposta, ti meriti un bel 10", e lo segnò con la sua biro rossa sul foglio. Sarebbe bello se fosse sempre così. Il problema è che è solo nella mia immaginazione che accadono queste cose. E ho preso di nuovo l'insufficienza. La prossima volta è meglio studiare. Se ne avrò voglia...
Christye#14

giovedì 5 novembre 2015

La scaccia-demoni: la risata!



La risata nella mia vita è un elemento vitale visto che io e i miei amici ci basiamo soprattutto su quello, oltre che sul divertimento.
La risata può essere ad esempioun "segnalatore" di uno stato d'animo perché, secondo me, una persona vogliosa di ridere fa di tutto per ridere appena ne ha l'occasione. Infatti la risata fa bene alla salute del corpo e fa dimenticare ogni insicurezza.

A mio parere si scherza su cose che ci sembrano anormali o strane a primo impatto, oppure su avvenimenti che hanno "sconvolto" la vita. In quest'ultimo casonoi ci ironizziamo sopra, ma poi, riguardando quegli stessi fatti, ci accorgiamo di quanto dispiacere in realtà avevano procurato.
Quindi lo scherzo e la risata ci fanno dimenticare i "demoni" del passato.
La risata per me é vitale: io senza risata non vivrei perché, se non rido, ci resto piuttosto male, dato che viene meno l'occasione di divertirmi e far svanire i dubbi e le insicurezze. Ese non riesco a far ridere i miei amici, ci resto ancora più male perché mi piace portare un sorriso alle persone. I sorrisi strappati ai miei amici mi fanno stare bene con me stesso perché sono riuscito a "portare la felicità nella giornata di qualcuno".
Io adoro la risata e lo scherzo perché c'è chi è riuscito con questa dote a costruirsi un'immagine e magari a costruirsi un futuro come comico, partendo molto probabilmente come una persona normalissima ma con una dote speciale. 
M.Bonora

martedì 3 novembre 2015

Un silenzio imbarazzante

Una giornata che sicuramente non dimenticherò mai è il giorno della mia prova orale dell’esame di Stato di terza media.
Durante l’esposizione della mia tesina andò tutto bene e  tutti i miei professori erano attenti alla mia presentazione. Quando la parte riguardante il macromodulo finì, arrivò il momento dell’interrogazione. Il primo professore a farmi delle domande fu quello di arte, il quale mi chiese di riconoscere un quadro e di metterlo in relazione con l’argomento della mia tesina. In quel momento non riuscivo a ricordare il nome dell’opera, nonostante conoscessi benissimo il suo significato e la sua storia. Così, dato che non riuscivo proprio a ricordare, il professore che mi stava interrogando decise di dire prima la prima e poi la seconda lettera del titolo in modo da cercare di aiutarmi. La scena era molto imbarazzante per me: io ero bloccata in silenzio e non conoscevo la risposta, gli occhi di tutti i professori erano puntati su di me e l’insegnante di arte continuava a ripetere quelle due lettere. Quando poi il prof disse la terza lettera dell’unica parola che componeva il titolo del quadro riuscii a ricordare e dissi correttamente la risposta. Finalmente quei secondi di grande ansia finirono!
 -A

Ridere è un fatto positivo?


Nella vita spesso ci sono dei momenti seri e dei momenti in cui si ride. A volte la domanda che ci si pone è se questo sia un fatto positivo o negativo. Io credo che lo scherzo e il riso siano un metodo utile per instaurare rapporti con qualcuno che ancora non conosciamo. Una battuta è perfetta per iniziare una conversazione con una persona sconosciuta. Per esempio, ho conosciuto una mia amica grazie a uno scherzo. Entrambe abbiamo riso e, grazie a questo, è iniziata una conversazione che ci ha fatto diventare inseparabili. Per questo credo che il riso sia importante nei rapporti con gli altri, calibrandolo però nelle occasioni giuste. Ad esempio ricordo che durante una cena, un paio di anni fa, i miei genitori erano diventati amici di una famiglia che ancora non conoscevanoa seguito di molte risate. Penso peròche saper scherzare sia una dote e una qualità che non tutti hanno, infatti molte persone scherzano sempre,risultando spesso inappropriate. Chi sa veramente scherzare sa distinguere il lato leggero della vita da quello più serio e sa apprezzare il valore delle cose, perché è consapevole che la felicità non corrisponde al riso e che può essere dimostrata anche rimanendo seri e capendo il valore di ciò cheaccade. In riferimento a ciò, un giorno mia mamma mi ha raccontato che conosceva un uomo che rideva sempre. Tuttavia, quando si intraprendeva un discorso serio, lui continuava a ridere senza capire ciò di cui si stava parlando. E questo non era una cosa molto apprezzabile.
Shiro#99