sabato 26 aprile 2014

Cake design mania

È la tecnica di decorazione dei dolci che sta invadendo le pasticcerie italiane: il cake design!
Il metodo più dolce e zuccherino per guarnire dolci di qualsiasi taglia, dai minuscoli cupcakes alle gigantesche torte a piani.
Tale tecnica nasce ufficialmente nel 1840, sebbene i francesi già da tempo avessero l'abitudine di abbellire i propri prodotti dolciari.

È allora che vengono introdotti in Europa ingredienti finora sconosciuti come il lievito e il bicarbonato, due agenti che permettono la lievitazione dell'impasto.
Proprio nel 1840 la regina Vittoria dInghilterra si sposa con il principe Alberto di Sassonia e al loro banchetto nuziale viene servita la prima vera e propria torta decorata.
Nel 1934 viene pubblicato da Joseph Lambert il primo libro sul cake design, un manuale ricco di consigli e dritte per realizzare una personale opera d'arte.
Il fenomeno si diffonde in Italia grazie al programma televisivo "Il boss delle torte", che vede Buddy Valastro all'opera nel laboratorio della sua pasticceria, "Carlo's bakery", con un affiatato team di decoratori e capo-pasticceri.
I caratteri dominanti sono i colori pastello e le decorazioni di svariate forme, fiorellini e farfalle, arricchiti da perline alimentari, nastrini o pizzi.
Gli ingredienti più utilizzati sono la pasta di zucchero e "l'alter-ego" del cioccolato, vale a dire il cioccolato plastico,in due varianti: fondente o bianco e miele.
Nell'ultimo periodo corsi e negozi dedicati interamente al cake design spuntano come funghi lanciando nuove mode, come i coloratissimi cake-pops: bocconcini di torta decorati simili ai lecca lecca.
Questa moda divide le persone in due grandi categorie: coloro che la considerano un'attività creativa e amano i dolci belli da vedere e coloro che sostengono siano i classici della nonna i migliori dolci in assoluto.

Voi da che parte state?

Fra

domenica 20 aprile 2014

L'angolo dello sfogo



Oggi vorrei parlare delle cose che odio e che probabilmente odiate anche voi.
Ci sono molte cose che gli adolescenti come me non sopportano: alcuni cibi, particolari abitudini, certe persone.
Una cosa che detesto è la verdura. Sì, la mangio; però sono poche le verdure che mi piacciono. Forse non la sopporto per il sapore, l'odore o il colore. Non so come mai la odio, però non ci posso fare niente... È una mia abitudine non mangiare la verdura.
A proposito di abitudini, io odio quelle che corrispondono ad azioni che non riesco a trattenere e che potrebbero farmi male. Un esempio è la tentazione di mangiarmi continuamente le unghie. Mi dà fastidio perché so che potrebbe farmi uscire il sangue.
Odio in generale la routine e la quotidianità; è così noiosa: ti alzi, vai a scuola, torni a casa, ecc... Tutti gesti ripetuti che ti fanno sentire inutile e ti rendono insignificante.
Io odio anche quelle persone che si credono i migliori al mondo al punto da trattarti come schiavo. Ti chiedono sempre cose che non vuoi fare; in poche parole mi riferisco ai prepotenti e ai bulli.
Odio le persone che si stupiscono della somiglianza coi genitori. In simili occasioni penso: 'Secondo te a chi dovrei somigliare?'.

Lorantonio

Questione di leadership



La storia per prima insegna quanto un'unica persona a capo di un gruppo sia riuscita a realizzare imprese incredibili e a trascinare masse verso novità in campo politico, religioso o economico. Da Carlo Magno a Maometto, da Adolf Hitler a Napoleone Bonaparte, sono solo alcuni dei nomi di spicco della storiache hanno, nel bene o nel male, lasciato il segno.
Gestire un gruppo é un compito ricco di responsabilità; per guidare un team è necessario alternare "bastone e carota", ossia alternare le maniere forti come la violenza e la disciplina, con quelle costituite dalla comunicazione e dallo scambio di idee e opinioni.
Un leader deve saper placare incomprensioni e litigi tra i membri del team e fare in modo che il "gioco di squadra" funzioni. Deve saper inoltre collaborare in maniera fluida e comunicare affinché i miglioramenti si possano constatare, per riuscire in seguito a raggiungere obiettivi comuni. Questi sono solo alcuni dei precettidi un buon leaderche, oltre ad avere un ruolo di rappresentanza, è anche una specie di colla che tiene uniti i membri di una squadra e li protegge.Senza di esso il team si sfalderebbe e non avrebbe un punto di riferimento, oltre che perdere la motivazione nell'attività da affrontare.
Come bisogna comportarsi per essere un buon leader?
Bisogna essere razionali, svegli e previdenti: saper valutare i compiti e i problemi in modo obiettivo ed essere veloci a escogitare delle soluzioni; a volte è necessario essere anche un po' freddi, perché mostrarsi distaccati può aiutare a difendere i membri di un gruppo da possibili minacce esterne, come contrasti con altri gruppi.
Ottenere la lealtà delle persone sottoposte per un leader è fondamentale.
La fiducia altrui e la sicurezza in sé costituiscono il punto di partenza ideale verso il raggiungimento di una nomina internazionale, per la vincita di un premio musicale o allo scopo di alcune righe o capitoli interi sui libri di storia.

Fra

Fatiche e soddisfazioni



In questa rubrica vorrei trattare di un argomento che penso essere assai interessante soprattutto per i miei coetanei, essendo io stesso un atleta che deve quotidianamente conciliare il proprio dovere di studente con quello della passione per lo sport.
 Ogni giorno vado a scuola e quando torno, dopo pranzo, inizia la mia organizzazione settimanale per distribuire al meglio i compiti affinché riesca poi a dedicarmi agli allenamenti e alle gare del fine-settimana che mi tolgono, non solo tanto tempo, ma anche molta energia!
Come distribuisco i miei impegni: verso le tre del pomeriggio inizio a studiare per le materie più corpose perché è il momento in cui riesco a concentrarmi di più; alle cinque mi reco alla pista di atletica di Treviglio dove mi alleno fino alle sette.Dopodiché, una volta tornato a casa ceno e mi riposo fino alle nove.
Più tardi mi dedico al ripasso delle materie del giorno successivo o in vista di eventuali verifiche; concentro buona parte del lavoro settimanale al giovedì,visto che e' il mio giorno di riposo, e al sabato,quando posso sfruttare per bene anche la mattinata.
Purtroppo,a volte,ho la sensazione che molti ragazzi preferiscano dedicarsi ad attività sedentarie come giocarealla Playstation, chattare su Facebook, andare in discoteca o uscire con gli amici anziché praticare un'attività sportiva che richiede effettivamente maggiori sacrifici e sforzi.
Pochi capiscono invece che l'esercizio, anche se svolto non a livello agonistico, è assai salutare per il nostro equilibrio psico-fisico e può  garantirci una qualità di vita migliore.
Spesso lo sport ci aiuta ad affrontare al meglio le nostre sfide quotidiane perché ci abitua a superare, tutti i giorni,degli ostacoli che a volte appaiono insormontabili.
Con forza di volontà, tanta determinazione, spirito di sacrificio, passione ma anche tanto divertimento,è possibile sentirsi un "campione" e portare avanti con buoni risultati la propria vita da studente.
Ale