lunedì 9 ottobre 2017

L’IMPERO DEL CALCIO


Neymar, è di lui che si parla. Ogni tifoso di qualunque squadra non ha potuto evitare di sapere che la stella brasiliana del Barcellona ha deciso di trasferirsi al Paris Saint-Germain, la squadra di calcio di Parigi. I numeri sono impressionanti: a un anno di distanza dall’ormai ex-trasferimento più costoso della storia (Paul Pogba dalla Juventus al Manchester United per circa 110 milioni di euro) le cifre si moltiplicano, arrivando a 222 milioni di euro
In realtà, l’affare ammonta a oltre il mezzo miliardo di euro, comprensivo della clausola rescissoria*, delle tasse di trasferimento, dello stipendio del giocatore (30 milioni annui) e di un compenso di 80 milioni per essere l’uomo-copertina dei mondiali che si svolgeranno in Qatar nel 2022.

Ciò supera la regola del fair-play finanziario definito dalla UEFA nel 2009, vale a dire un tetto di spesa sopra cui si è multati. In particolare, ogni club di calcio può spendere non più di quanto incassa. Questo permette di non avere società indebitate e prossime al fallimento. Le sanzioni sono costituite da multe fino a un massimo di 2 milioni di euro o dall’impossibilità a partecipare al calciomercato per 2 sessioni. 
Ebbene, il Paris Saint-Germain ha evidentemente infranto questa regola. Ma la questione è un’altra: come ha fatto a concludere in ogni caso il trasferimento di Neymar? Ecco, a parole. L’anno scorso il fatturato del club parigino è stato circa 500 milioni di euro, ma quest’anno la società ha già speso 600 milioni solo nell’affare Neymar. Per non rischiare di andare in rosso perciò il Paris Saint-Germain dovrà incassare cifre vicine al miliardo.  
Quindi, secondo me, il trasferimento eccezionale della stella brasiliana è stata più che altro una scommessa, perché non è scritto da nessuna parte che Neymar farà guadagnare alla Qatar Investiments Authority il doppio di quello che la società ha guadagnato quest'anno. Ciò rischierebbe di aprire al club parigino la porta del declino economico, ovvero il fallimento. La soluzione sarebbe stata evitare il trasferimento aumentando le multe del fair play finanziario, perché effettivamente quando spendi 600 milioni dover pagare una multa di 2 milioni è a dir poco ridicolo. 

Poi c'è l’aspetto sportivo. Il calcio è diventato a tutti gli effetti una macchina per fare soldi, come fosse una Borsa, dove gli investitori scommettono sulle aziende sperando di guadagnarci col passare del tempo. Solo che al posto delle aziende ci sono i giocatori. 
Inoltre, il calcio sta diventando sempre meno spettacolare, perché le squadre con le più ingenti possibilità economiche sono sempre quelle avvantaggiate, quelle che vinceranno per 10 anni di fila, quelle che creano sempre più distanza con quelle più limitate economicamente. Questo succede ormai in tutti i maggiori campionati mondiali e soprattutto europei. 
Per restare su Neymar, non c'è neanche più spirito sportivo: i calciatori sono come dei mercenari,:se li paghi di più vengono nella tua squadra. Perciò alle belle parole come “Sto vivendo un sogno” e “Un giorno magico il mio passaggio dal Barcellona al Paris Saint-Germain” io credo un po' poco.

In questi giorni ho sentito che il Manchester City ha offerto ben 300 milioni di euro per la clausola rescissoria di Lionel Messi, e spero che l’affare non vada a buon fine, sennò mi ritroverò settimana prossima a dover riscrivere questo post.

Clausola rescissoria: possibilità di un giocatore di trasferirsi nonostante il contratto dietro il pagamento di una determinata cifra


Treviglio, 19 Agosto 2017

Lepre

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