La caccia alle balene ha portato al l'estinzione di 3 milioni di esemplari in un secolo.
A rivelarlo è una ricerca, condotta da un gruppo di ricerca statunitense, che documenta con precisione l'assassinio dei cetacei e lo definisce come il più grande massacro nei confronti di una specie animale nella storia dell'umanità.
I NUMERI DELLA MORTE
Alla ricerca hanno hanno preso parte lo scienziato Robert Rocha e i ricercatori Phillip Clapham e Yulia Ivashchenko. I risultati dello studio confermano che, nonostante fosse stato stipulato un accordo che vietava la caccia alle balene da molti stati del mondo, 2,9 milioni di cetacei furono massacrati dalle industrie baleniere fra il 1900 e il 1999.
Di questi tre milioni 276.442 nelle acque dell'Oceano Atlantico del Nord, 563.696 nel Pacifico Settentrionale e, infine, 2.053.956 nell'emisfero australe.
UN'INCESSANTE ASCESA
Si pensa che, fra l'inizio del 1700 e la fine del 1800, l'uomo abbia pescato circa trecentomila capodogli.
Poi, con l'avvento delle navi a carburante e degli arpioni, ai cacciatori di balene sono riusciti raggiungere lo stesso numero di cetacei uccisi in meno di un secolo e solo altri dieci per raggiungere un numero ancora maggiore. Finora, nonostante l'importanza del fenomeno, la scienza aveva sempre sottovalutato l'opinione dell'International Whaling Commission, l'organismo che monitora la caccia nei vari paesi, riguardo alla caccia alle balene.
Tuttavia la ricerca è riuscita ad ottenere risultati precisissimi, grazie a un lavoro investigativo che oltre a tenere conto dei dati ufficiali ha raccolto anche quelli della pesca illegale.
In più i ricercatori hanno sfruttato i dati genetici di alcune popolazioni di cetacei per capire quante balene potessero esistere prima dell'inizio dello sterminio.
SERVIRÀ DA MONITO?
Molte specie animali sono state sottoposte a un'estinzione di massa forzata da parte dell'uomo ma, in termini di quantità assoluta di biomassa eliminata, la caccia alla balena non ha eguali.
Perciò Stephen Palumbi, ricercatore di Ecologia Marina alla Stanford University, afferma che questi numeri dovrebbero spingere l'umanità a trovare e a mettere in pratica delle soluzioni prima che sia troppo tardi.
UNA POSSIBILITÀ
Tuttavia le balene hanno ancora una piccola possibilità di sopravvivenza. Infatti un'associazione chiamata Greenpeace si è presa il compito di agire, pacificamente, in difesa della Terra e di chi vi dimora, talvolta attraverso dei trattati o degli accordi che vengono stipulati con il fine di tutelare e proteggere determinate zone del pianeta.
Quando però questi ultimi non bastano risolvere il problema essi decidono di agire in modo diretto, ostacolando in ogni modo chi cerca di fare del male alle specie protette.
Nelfa01
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